avvocato per diritto del lavoro a roma

Il TFR va calcolato anche sul lavoro straordinario

Il tuo datore di lavoro ti ha chiesto di effettuare ore di lavoro straordinario in modo fisso e continuativo?

Se hai fatto straordinari il tuo TFR deve tenerne conto, e se il datore di lavoro non ti vuole riconoscere tali importi forse hai bisogno di un avvocato cassazionista a Roma per la tua controversia di diritto del lavoro.

Trattandosi di una questione molto specifica e da far valutare ad un consulente del lavoro per i conteggi del caso, tieni presente che questa analisi andrà compiuta al fianco delle altre necessarie a determinare la correttezza della tua busta paga nel corso degli anni.

Che cos’è il TFR Trattamento di Fine Rapporto?

Il TFR è parte della retribuzione del lavoratore.

E’ una somma di denaro che il datore di lavoro deve corrispondere al dipendente al termine del rapporto di lavoro, ed è pari ad una sommatoria delle quote di retribuzione accantonate e rivalutate annualmente.

Il TFR viene anche chiamato liquidazione o buonuscita.

Le rinunce e transazioni sul TFR

E’ possibile rinunciare al TFR?

La risposta è si, ma se la rinuncia avviene al di fuori delle forme previste dalla legge, allora la rinuncia è impugnabile dal lavoratore.

In questo senso l’art. 2113 c.c.:

Le rinunzie e le transazioni, che hannoperoggettodirittidel prestatore di lavoro derivantidadisposizioniinderogabilidella legge e dei contratti o accordi collettivi concernenti i rapportidi cui all’articolo 409 del codice di procedura civile, non sono valide.

L’impugnazione deve essere proposta, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla datadicessazionedelrapportoodalladatadella rinunzia o della transazione, sequestesonointervenutedopola cessazione medesima.

Le rinunzie e le transazioni di cuiaicommiprecedentipossono essere impugnate con qualsiasi attoscritto,anchestragiudiziale, del lavoratore idoneo a renderne nota la volonta’.

Le disposizioni del presente articolo non si applicano alla conciliazione intervenuta ai sensi degli articoli 185,410,411, 412-ter e 412-quater del codice di procedura civile.

L’art. 2113 c.c. sulle rinunce e le transazioni riguarda chiaramente anche il TFR.

Quali sono le liti più frequenti nelle cause di lavoro in materia di TFR?

Il TFR talvolta diventa oggetto di lite tra lavoratore e datore di lavoro, e può quindi portare a delle cause di lavoro.

I casi più frequenti di cause di lavoro in materia di TFR sono quelli in cui:

  1. il TFR non è stato versato al Fondo indicato dal lavoratore;
  2. TFR calcolato in modo errato;
  3. il TFR viene trattenuto dal datore di lavoro e fallisce.

Se nel caso del fallimento del datore di lavoro è possibile domandare il versamento delle somme al Fondo INPS, negli altri casi potrebbe essere necessario fare causa al datore di lavoro.

Come si calcola il TFR sul lavoro straordinario?

Se ti trovi in questa situazione, difatti, il tuo TFR – Trattamento di fine rapporto – deve essere parametrato anche alle ore di straordinario effettuate.

Ai sensi dell’art. 2120 c.c., nel calcolo del TFR  incidono tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, percepite a titolo non occasionale, salvo non sia previsto diversamente nel contratto collettivo.

I compensi saltuari percepiti a titolo di straordinario non incidono invece sul TFR, in quanto non vengono considerati parte integrante della retribuzione.

Ciò mentre, viceversa, i compensi corrisposti in modo forfettizzato o a cadenza fissa dal datore di lavoro a titolo di maggiorazione per il lavoro straordinario prestato dal lavoratore, rilevano invece ai fini del TFR, e dovranno essere sommati alla base di calcolo retributiva, anch’essi con riferimento a ciascun anno di maturazione.

Le sentenze sul TFR sul lavoro straordinario?

Numerose sono le sentenze sul TFR sul lavoro straordinario.

In questo senso in giurisprudenza tra le tante la sentenza della Corte di Cassazione n. 13158 del 25 luglio 2012 secondo cui

I compensi dello straordinario di turno, espressione sintetica per indicare lo straordinario svolto in conformità di programmazione da parte del datore di lavoro, rientrano nel concetto di retribuzione globale dì fatto, da porsi secondo la previsione contrattuale a base del computo degli istituti retributivi la cui base di calcolo per contratto sì rapporti a essa“.

Danno da stress per troppi straordinari

In caso di troppi straordinari è possibile ipotizzare il diritto del lavoratore al risarcimento del danno da stress conseguente.

  1. Definizione di danno da stress: La prestazione lavorativa che supera sistematicamente e di gran lunga i limiti orari legali e contrattuali determina un “danno da stress”. Questo non è considerato danno biologico in quanto non comporta infermità, ma rientra nella categoria del danno non patrimoniale derivante da inadempimento contrattuale, poiché viola il diritto costituzionale al riposo del lavoratore.

  2. Presunzione di danno da stress: Il danno da stress è presunto qualora il datore di lavoro non rispetti i limiti massimi di orario di lavoro e il diritto al riposo del lavoratore, e tale inadempimento risulta significativo. La presunzione di tale danno si verifica ogni volta che vi è un’evidente violazione dei limiti di orario lavorativo stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi.

  3. Caso specifico e risarcimento: Il Tribunale di Padova, nella sentenza 171/2024 del 6 marzo, ha riconosciuto il diritto al risarcimento per danno da stress in un caso dove un lavoratore ha svolto 815 ore medie di lavoro straordinario settimanale. Questo superava ampiamente il limite massimo di 250 ore annue di straordinario stabilito dalla legge e dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). Il giudice ha stabilito un risarcimento di 150 euro per ogni ora di straordinario oltre la soglia legale e contrattuale.

  4. Implicazioni legali per le imprese: La sentenza stabilisce un precedente importante per le aziende, mettendo in luce la responsabilità datoriale in ambiente di lavoro stressogeno e sottolineando l’importanza di adottare misure preventive contro il superamento dei limiti massimi di orario lavorativo. Un uso eccessivo dello straordinario può dunque generare una presunzione di danno da stress e avere implicazioni legali significative per le imprese.

Si noti che il giudice ha anche riconosciuto che l’accertamento del danno da stress costituisce una giusta causa di dimissioni e ha pertanto condannato il datore al pagamento dell’indennità di mancato preavviso.

La cassazione nel 2021 sul TFR su lavoro straordinario

La Sentenza n. 33278 del 10 novembre 2021, emanata dalla Corte di Cassazione, ha precisato che il lavoro straordinario deve essere incluso nel calcolo del trattamento di fine rapporto (t.f.r.), implicando che tutte le somme pagate in relazione al rapporto di lavoro, comprese quelle versate come retribuzione per il lavoro straordinario, devono essere considerate.

La Corte di Cassazione ha respinto l’appello, dichiarando che

“restringendo la visione alle somme di natura retributiva, che certamente includono il lavoro straordinario e i bonus di produttività, l’art. 2120, co.2, del codice civile, esprime una norma differente e tale per cui “a meno di diversa previsione nei contratti collettivi”, si devono considerare “tutte le somme… pagate in relazione al rapporto di lavoro, non occasionalmente e ad eccezione di ciò che è pagato come rimborso spese”; la regola è quindi l’inclusione di tutte le somme pagate regolarmente a titolo retributivo e non il contrario”.

Di conseguenza, il lavoro straordinario è da includere nel calcolo del t.f.r..

Chiaramente non vale l’eventuale rinuncia firmata dal lavoratore in corso di rapporto, come diciamo qui.

Se anche tu ti trovi nella situazione di non vederti riconosciuto il giusto TFR, e cerchi uno studio legale di avvocati cassazionisti a Roma per la tua vertenza o causa di lavoro che si occupi di diritto del lavoro contatta il nostro studio per una prima consulenza senza impegno.


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    2 commenti su “Il TFR va calcolato anche sul lavoro straordinario”

    1. Buongiorno io svolgo lavoro di responsabile amministrativo presso una società di costruzioni, il 31/03/2022 vorrei dimettermi per andare in pensione.
      Da un primo esame del mio TFR ho verificato che l’importo dello straordinario, che ho ttutti i mesi per un ammontare di c/a 475,00 euro non è conteggiato. Posso firmare con riserva e richiedere il riconteggio del mio TFR?
      Inoltre dalle mie buste paga non si è mai capito quante ferie e ROL mi spettano e quante di queste sono state usufruite, anche di questo ho fatto un prospetto e mi risulterebbero 940 ore tra ferie e ROL che non sono state retribuite.
      Il CCNL di lavoro è imprese edili e affini.
      Cordiali saluti

      1. Avv. Marcello Padovani

        Salve,
        in quanto lavoratore le sue rinunce non sarebbero valide se non stipulate nelle sedi “protette” e potrebbero essere successivamente impugnate su sua iniziativa. Laddove voglia assistenza sarà necessario che incarichi la consulente del lavoro di sua fiducia (o quella del nostro studio) per un conteggio dettagliato delle somme che le spettano prima di avviare una richiesta stragiudiziale e solo eventualmente giudiziale nei confronti del suo datore di lavoro. Se interessato ci contatti tramite email all’indirizzo Info@avvocatocivilistaroma.it

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