L’avvocato a Roma e Milano per i ricorsi alla
CEDU – Corte Europea dei Diritti dell’Uomo​

L'avvocato a Roma e Milano per i ricorsi alla
CEDU - Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

Se hai necessità di proporre un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, su questa pagina troverai alcune informazioni necessarie a capire come orientarti e a quale avvocato rivolgerti.

Ma andiamo con ordine.

Cos’è la Corte Edu?

La Corte europea dei diritti dell’Uomo è un tribunale internazionale, a cui aderiscono 47 stati tra cui l’Italia. La Corte Edu assicura il rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, un trattato del 1950 che tutela alcuni diritti ritenuti fondamentali per i cittadini e le imprese.

Perché è importante la Carta CEDU?

La Carta CEDU si è dimostrata utile a far entrare nell’Ordinamento Italiano diversi importanti principi di libertà, uguaglianza, e a tutelare la propria dei cittadini da leggi interne che spesso si sono rivelate ingiuste.

Cosa sono i diritti dell’uomo?

I diritti tutelabili dinnanzi la Corte EDU sono i diritti alla vita, alla salute, alla libertà, al rispetto dei propri beni e dei propri crediti, ad un equo processo, ad avere un tribunale cui rivolgersi, a non subire un abuso del diritto, ad associarsi, alla libertà di pensiero, parola, religione, espressione, alla non discriminazione, a non subire pene in assenza di previsioni di legge, al rispetto della propria vita familiare.

Si tratta dei diritti più importanti, figli dei diritti di libertà ed uguaglianza, che caratterizzano la nostra comunità e che devono essere ritenuti insopprimibili. 

Chi può fare ricorso alla Corte Edu?

Hanno diritto a rivolgersi alla Corte tanto i cittadini quanto le imprese.

Contro chi si fa ricorso?

I ricorsi sono diretti contro gli Stati, e quindi per i cittadini italiani contro la Repubblica Italiana, per ottenere giustizia con riferimento a questioni dove la giustizia nazionale non è stata sufficiente.

Anche dove la compromissione di un diritto sia arrivata da un privato, lo Stato può essere ritenuto responsabile per non aver posto in essere gli strumenti necessari ad assicurare la tutela dei diritti umani oggetto di lesione.

Cosa bisogna fare per rivolgersi alla Corte EDU 

Per rivolgersi alla Corte Edu è necessario essersi preventivamente rivolti alla giustizia nazionale e che non siano decorsi più di quattro mesi dall’ultima sentenza (a partire dal 1/2/2022).

In alcuni casi è possibile rivolgersi alla Corte in via diretta, come spieghiamo qui.

Nei ricorsi in via diretta – come quelli relativi il recupero dei crediti contro i Comuni in dissesto finanziario – non è necessario rivolgersi preventivamente alla giustizia nazionale

Per avviare un ricorso non è necessario un avvocato, ma (pure in conflitto di interessi nel dirlo) riteniamo che la difficoltà e la tecnicità delle questioni trattate renda assolutamente necessario rivolgersi ad un professionista con esperienza specifica in materia.

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Come si presenta ricorso alla CEDU?

Un ricorso alla Corte Edu si presenta tramite la modulistica disponibile sul sito della Corte, e con la spedizione di una raccomandata recante il ricorso e tutta la documentazione utile.

Attenzione, molti ritenendo di risparmiare decidono di presentare da soli ricorso alla CEDU senza l’aiuto di un avvocato che si occupi di diritto dell’uomo. E’ una scelta che rispettosamente riteniamo suicida, solo una piccolissima percentuale dei ricorsi alla CEDU superano la fase filtro di ammissibilità, in quanto bastano piccoli errori affinchè il ricorso divenga inammissibile.

Rivolgersi ad un avvocato moltiplica le possibilità di un successo dinnanzi la CEDU, come si desume dalla lettura delle sentenza della Corte Europea, dove gli accoglimenti risultano pressochè sempre abbinati a ricorsi presentati da avvocati.

E’ possibile il patrocinio a spese dello Stato nei ricorsi CEDU?

Per i cittadini non abbienti è prevista la possibilità di utilizzare l’istituto del patrocinio a spese dello Stato anche per i giudizi dinnanzi la CEDU.
Il patrocinio a spese dello stato permette a chi abbia i requisiti previsti dalla legge di non pagare l’avvocato per il ricorso CEDU, ma è necessario che i requisiti permangano per tutto il tempo della durata del giudizio.
 

Come scegliere l’avvocato per il tuo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo?

Se sei già seguito da un avvocato, continua con lui o con lei!

Se cerchi un avvocato o uno studio legale con esperienza in materia di CEDU cercando su internet o altrove potrai farti un’idea di chi ha maturato un’esperienza sulla specifica questione che ti interessa. 

Se ritieni di aver bisogno di un avvocato o uno studio legale a Roma o Milano che si occupi di controversie dinnanzi la Corte Europea dei Diritti dell’uomo contattaci per una prima consulenza senza impegno.
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I ricorsi alla CEDU seguiti dal nostro Studio con l’avv. Alessandro Ferrara

Il nostro studio si è interessato e si interessa in particolar modo a tutti i ricorsi CEDU relativi la tutela del diritto di proprietà, dei crediti e dei beni, di cui all’art. 1 Prt. 1 della Convenzione. In particolare nella prospettiva della tutela di persone e imprese laddove sul piano nazionale non risulta possibile ottenere soddisfazione dei propri crediti in conseguenza di normative pregiudizievoli e giurisprudenza consolidata in senso avverso al diritto fatto valere.

Le Ultime condanne dell’Italia dinnanzi la CEDU

La Repubblica Italiana è stata ripetutamente condannata dalla CEDU per le violazioni dei diritti dell’uomo.

A seguito di una condanna, lo Stato è obbligato ad adeguarsi alla decisione, anche pagando il risarcimento del danno patrimoniale o non patrimoniale, detto equa riparazione, .

Qui indichiamo alcune delle ultime condanne più significative.

Il caso Sallusti contro Italia ed il rapporto tra cronaca e diffamazione

 Il caso Cicero contro Italia

Il caso Torresi contro Italia

L’elenco completo delle sentenze contro la Repubblica Italiana è disponibile qui.

La Convenzione EDU di Roma del 1950

Continua a leggere se ti interessa il testo della “Carta CEDU”.

Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali

Roma, 4.XI.1950

I Governi firmatari, membri del Consiglio d’Europa,

Considerata la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948;

Considerato che detta Dichiarazione mira a garantire il riconoscimento e l’applicazione universali ed effettivi dei diritti che vi sono enunciati;

Considerato che il fine del Consiglio d’Europa è quello di realizzare un’unione più stretta tra i suoi membri, e che uno dei mezzi per conseguire tale fine è la salvaguardia e lo sviluppo dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;

Riaffermato il loro profondo attaccamento a tali libertà fondamentali che costituiscono le basi stesse della giustizia e della pace nel mondo e il cui mantenimento si fonda essenzialmente, da una parte, su un regime politico effettivamente democratico e dall’altra, su una concezione comune e un comune rispetto dei diritti dell’uomo di cui essi si valgono;

Risoluti, in quanto governi di Stati europei animati da uno stesso spirito e forti di un patrimonio comune di tradizioni e di ideali politici, di rispetto della libertà e di preminenza del diritto, a prendere le prime misure atte ad assicurare la garanzia collettiva di alcuni dei diritti enunciati nella Dichiarazione universale,

hanno convenuto quanto segue:

ARTICOLO 1

Obbligo di rispettare i diritti dell’uomo

Le Alte Parti contraenti riconoscono a ogni persona sottoposta alla loro giurisdizione i diritti e le libertà enunciati nel Titolo primo della presente Convenzione.

TITOLO I DIRITTI E LIBERTÀ

ARTICOLO 2

Diritto alla vita

  1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena.
  2. La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
  1. (a)  per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza illegale;
  2. (b)  per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta;
  3. (c)  per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione.

ARTICOLO 3

Proibizione della tortura

Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti.

ARTICOLO 4

Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato

  1. Nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù.
  2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato od obbligatorio.
  3. Non è considerato «lavoro forzato od obbligatorio» ai sensi del presente articolo:

(a) il lavoro normalmente richiesto a una persona detenuta alle condizioni previste dall’articolo 5 della presente Convenzione o durante il periodo di libertà condizionale;

(b) il servizio militare o, nel caso degli obiettori di coscienza nei paesi dove l’obiezione di coscienza è considerata legittima, qualunque altro servizio sostitutivo di quello militare obbligatorio;

(c) qualunque servizio richiesto in caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità;

(d) qualunque lavoro o servizio facente parte dei normali doveri civici.

ARTICOLO 5

Diritto alla libertà e alla sicurezza

  1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà, se non nei casi seguenti e nei modi previsti dalla legge:(a)  se è detenuto regolarmente in seguito a condanna da parte di un tribunale competente;
  1. (b)  se si trova in regolare stato di arresto o di detenzione per violazione di un provvedimento emesso, conformemente alla legge, da un tribunale o allo scopo di garantire l’esecuzione di un obbligo prescritto dalla legge;
  2. (c)  se è stato arrestato o detenuto per essere tradotto dinanzi all’autorità giudiziaria competente, quando vi sono motivi plausibili di sospettare che egli abbia commesso un reato o vi sono motivi fondati di ritenere che sia necessario impedirgli di commettere un reato o di darsi alla fuga dopo averlo commesso;
  3. (d)  se si tratta della detenzione regolare di un minore decisa allo scopo di sorvegliare la sua educazione oppure della sua detenzione regolare al fine di tradurlo dinanzi all’autorità competente;
  4. (e)  se si tratta della detenzione regolare di una persona suscettibile di propagare una malattia contagiosa, di un alienato, di un alcolizzato, di un tossicomane o di un vagabondo;
  5. (f)  se si tratta dell’arresto o della detenzione regolari di una persona per impedirle di entrare illegalmente nel territorio, oppure di una persona contro la quale è in corso un procedimento d’espulsione o d’estradizione.
  1. Ogni persona arrestata deve essere informata, al più presto e in una lingua a lei comprensibile, dei motivi dell’arresto e di ogni accusa formulata a suo carico.
  2. Ogni persona arrestata o detenuta, conformemente alle condizioni previste dal paragrafo 1 c del presente articolo, deve essere tradotta al più presto dinanzi a un giudice o a un altro magistrato autorizzato dalla legge a esercitare funzioni giudiziarie e ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere messa in libertà durante la procedura. La scarcerazione può essere subordinata a garanzie che assicurino la comparizione dell’interessato all’udienza.
  3. Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha il diritto di presentare un ricorso a un tribunale, affinché decida entro breve termine sulla legittimità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegittima.
  4. Ogni persona vittima di arresto o di detenzione in violazione di una delle disposizioni del presente articolo ha diritto a una riparazione.

ARTICOLO 6

Diritto a un equo processo

Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l’accesso alla sala d’udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o parte del processo nell’interesse della morale, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la protezione della vita privata delle parti in causa, o, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale, quando in circostanze speciali la pubblicità possa portare pregiudizio agli interessi della giustizia.

  1. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata.
  2. In particolare, ogni accusato ha diritto di:
  1. (a)  essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa formulata a suo carico;
  2. (b)  disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie a preparare la sua difesa;
  3. (c)  difendersi personalmente o avere l’assistenza di un difensore di sua scelta e, se non ha i mezzi per retribuire un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio, quando lo esigono gli interessi della giustizia;
  4. (d)  esaminare o far esaminare i testimoni a carico e ottenere la convocazione e l’esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
  5. (e)  farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua usata in udienza.

ARTICOLO 7

Nulla poena sine lege

  1. Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso.
  2. Il presente articolo non ostacolerà il giudizio e la condanna di una persona colpevole di una azione o di una omissione che, al momento in cui è stata commessa, costituiva un crimine secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili.

ARTICOLO 8

Diritto al rispetto della vita privata e familiare

  1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza.
  2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.

ARTICOLO 9

Libertà di pensiero, di coscienza e di religione

  1. Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti.
  2. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo non può essere oggetto di restrizioni diverse da quelle che sono stabilite dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla pubblica sicurezza, alla protezione dell’ordine, della salute o della morale pubblica, o alla protezione dei diritti e della libertà altrui.

ARTICOLO 10

Libertà di espressione

  1. Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive.
  2. L’esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario.

ARTICOLO 11

Libertà di riunione e di associazione

  1. Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà d’associazione, ivi compreso il diritto di partecipare alla costituzione di sindacati e di aderire a essi per la difesa dei propri interessi.
  2. L’esercizio di questi diritti non può essere oggetto di restrizioni diverse da quelle che sono stabilite dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale

e alla protezione dei diritti e delle libertà altrui. Il presente articolo non osta a che restrizioni legittime siano imposte all’esercizio di tali diritti da parte dei membri delle forze armate, della polizia o dell’amministrazione dello Stato.

ARTICOLO 12

Diritto al matrimonio

A partire dall’età minima per contrarre matrimonio, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia secondo le leggi nazionali che regolano l’esercizio di tale diritto.

ARTICOLO 13

Diritto a un ricorso effettivo

Ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali.

ARTICOLO 14

Divieto di discriminazione

Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione.

ARTICOLO 15

Deroga in caso di stato d’urgenza

  1. In caso di guerra o in caso di altro pericolo pubblico che minacci la vita della nazione, ogni Alta Parte contraente può adottare delle misure in deroga agli obblighi previsti dalla presente Convenzione, nella stretta misura in cui la situazione lo richieda e a condizione che tali misure non siano in conflitto con gli altri obblighi derivanti dal diritto internazionale.
  2. La disposizione precedente non autorizza alcuna deroga all’articolo 2, salvo il caso di decesso causato da legittimi atti di guerra, e agli articoli 3, 4 § 1 e 7.
  3. Ogni Alta Parte contraente che eserciti tale diritto di deroga tiene informato nel modo più completo il Segretario generale del Consiglio d’Europa sulle misure prese e sui motivi che le hanno determinate. Deve ugualmente informare il Segretario generale del Consiglio d’Europa della data in cui queste misure cessano d’essere in vigore e in cui le disposizioni della Convenzione riacquistano piena applicazione.

ARTICOLO 16

Restrizioni all’attività politica degli stranieri

Nessuna delle disposizioni degli articoli 10, 11 e 14 può essere interpretata nel senso di proibire alle Alte Parti contraenti di imporre restrizioni all’attività politica degli stranieri.

ARTICOLO 17

Divieto dell’abuso di diritto

Nessuna disposizione della presente Convenzione può essere interpretata nel senso di comportare il diritto di uno Stato, un gruppo o un individuo di esercitare un’attività o compiere un atto che miri alla distruzione dei diritti o delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione o di imporre a tali diritti e libertà limitazioni più ampie di quelle previste dalla stessa Convenzione.

ARTICOLO 18

Limite all’applicazione delle restrizioni ai diritti

Le restrizioni che, in base alla presente Convenzione, sono poste a detti diritti e libertà possono essere applicate solo allo scopo per cui sono state previste.

[omissis]

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