avvocato per crisi sovraindebitamento

La procedura di composizione della crisi da Sovraindebitamento

Cerchi un avvocato per la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento?

Se cerchi un avvocato cassazionista che si occupi di diritto bancario e fallimentare a Roma per affrontare un problema di sovra indebitamento allora continua a leggere questo post.

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Notifica dell’invito ai sensi dell’art. 25 del Codice della Crisi e dell’Insolvenza

A partire dal 2024 l’Agenzia delle Entrate Riscossione può trasmettere una notifica contenente l’invito ai sensi dell’art. 25 del Codice della Crisi e dell’Insolvenza.

La comunicazione rappresenta un invito all’utilizzo degli strumenti di composizione della crisi, per risolvere la situazione di squilibrio patrimoniale in cui versa l’impresa.

Per utilizzare questo strumento è necessario che il debito riguardi i ruoli affidati all’ADER dopo luglio 2022 e che l’importo del credito del fisco ammonti ad:

  1. € 100 mila per le imprese individuali;
  2. € 200 mila per le società di persone;
  3. € 500 mila per le altre società di capitali;

Dopo la ricezione dell’invito ex art. 25 novies occorre attivarsi immediatamente per valutare le opzioni percorribili onde non incorrere in conseguenze civili e potenzialmente penali per azienda, amministratori, sindaci e revisori.

La transazione fiscale nelle procedure di sovraindebitamento

Nelle procedure di sovraindebitamento si può ottenere anche la transazione dei crediti fiscali e previdenziali, in deroga al principio dell’indisponibilità dei crediti erariali.

In ossequio alla sentenza della Corte di Giustizia UE del 2016, difatti, tutti i crediti fiscali sono transigibili, purchè questa transazione porti ad un risultato:

  1. migliore di quello che deriverebbe dalla liquidazione giudiziale (fallimento, pignoramento immobiliare, ecc);
  2. migliore nella proposta per il soddisfacimento dei creditori privilegiati ma di rango inferiore.

In caso la proposta sia migliore per i creditori istituzionali, rispetto all’alternativa liquidatoria, il debitore può ottenere dal Tribunale il cram down fiscale, ovvero una pronuncia con cui il Tribunale si sostituisce al fisco e approva la transazione anche senza o contro il parere dell’Agenzia delle Entrate Riscossione o dell’INPS ecc.

Il Tribunale competente a decidere del cram down fiscale è sempre il Tribunale Fallimentare, e non il Tribunale del Lavoro o la Corte di Giustizia Tributaria, anche se l’eventuale lite pende dinnanzi questi diversi organi.

Chi può fare domanda di ricorso alla composizione della crisi da sovraindebitamento?

Sei in uno stato di crisi o insolvenza?

Non riesci più a pagare le rate dei finanziamenti, cessione del quinto, mutuo, fideiussioni, agenzia delle entrate, mantenimento ex moglie o altre?

Se anche tu ti trovi attualmente in questa situazione è possibile che tu possa avvalerti della procedura di sovraindebitamento.

Cosa prevede la normativa sulla composizione della crisi da sovraindebitamento?

Si tratta di un istituto previsto ad hoc per i soggetti meglio specificati all’interno dell’art. 2 lett. c) d.lgs. n. 14/2019 (che modifica la legge salva suicidi):

“lo stato di crisi o di insolvenza del consumatore, del professionista, dell’imprenditore minore, dell’imprenditore agricolo, delle start-up innovative […] e di ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero a liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie previste dal codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o insolvenza”.

Il piano di ristrutturazione dei debiti si applica al consumatore che si trovi in uno stato di sovra-indebitamento quindi una situazione di crisi o di insolvenza.

Inoltre, ai sensi dell’art. 69 comma 1 d.lgs. n. 14/2019 è richiesto che il debitore sia meritevole e che non abbia pertanto determinato il sovraindebitamento per colpa grave o dolo.

Una recente pronuncia del Tribunale di Vicenza ha affermato che non vi sarebbe colpa grave in caso di debitrice ludopatica, e che quindi si è indebitata per via della sua ludopatia.

Questi sono i requisiti di carattere sia oggettivo che soggettivo necessari ai fini dell’instaurazione della procedura, di seguito ne è spiegato sinteticamente l’iter che il richiedente dovrà osservare.

Ma proviamo a rispondere ad alcune delle domande più frequenti:

Tutti possono fare ricorso alla procedura di sovraindebitamento?

No, possono fare ricorso alla procedura di composizione della crisi da sovra-indebitamento solo coloro che abbiano i requisiti previsti dalla legge e che si trovino in una condizione di meritevolezza.

Una novità della riforma del 2019 sta nella possibilità di fare ricorso al sovraindebitamento per tutta la famiglia, e quindi non svolgere più procedure separate per i singoli coniugi.

E’ innovazione di rilievo perchè la realtà ci insegna che i mutui sono spesso cointestati, o c’è fideiussione di un coniuge verso l’altro o ancora gli immobili sono in comunione.

Affinchè si possa ricorrere è necessario che tramite la procedura si possa assicurare una soluzione condivisibile e ragionevole anche ai propri creditori.

Ristrutturazione dei Debiti

La ristrutturazione dei debiti è una proposta fatta dal debitore-consumatore per ristrutturare le proprie esposizioni debitorie senza il consenso dei creditori. Questo piano deve essere omologato dal giudice e prevede tempi e modalità specifiche per superare la crisi.

È accessibile se non si è già presentata una simile domanda nei cinque anni precedenti e se non si è sovraindebitati per colpa grave o dolo. I debiti che possono essere ridotti includono quelli derivanti da finanziamenti con cessione del quinto dello stipendio.

È possibile mantenere inalterato il mutuo sull’abitazione principale se i pagamenti sono regolari o se il giudice concede un nuovo termine.

Anche i creditori privilegiati possono subire una riduzione dei loro crediti in base al valore dei beni su cui hanno diritto di prelazione.

Liquidazione Controllata

La liquidazione controllata prevede la nomina di un liquidatore da parte del giudice per destinare ai creditori le disponibilità e i beni del debitore, escludendo quelli essenziali per vivere. Questa procedura può essere avviata anche su iniziativa di terzi quando il debitore è in stato di insolvenza.

È accessibile non solo ai consumatori, ma anche agli imprenditori non soggetti a fallimento, agli imprenditori agricoli e alle start-up innovative.

Non richiede il merito del debitore né il voto favorevole della maggioranza dei creditori, ma l’esdebitazione è esclusa in caso di colpa grave, malafede, frode o condanna per reati connessi all’attività d’impresa.

Concordato Minore

Il concordato minore è riservato ai professionisti, agli imprenditori minori, agli imprenditori agricoli e alle start-up innovative.

Questa procedura non è accessibile ai consumatori e richiede l’approvazione del 50% dei creditori.

La proposta può prevedere la continuazione dell’attività imprenditoriale o professionale o una soluzione liquidatoria con l’apporto di risorse esterne per aumentare la soddisfazione dei creditori.

Esdebitazione

L’esdebitazione del sovraindebitato incapiente è riservata a chi non può offrire nulla ai creditori e la procedura resta aperta per quattro anni, durante i quali la situazione economica del debitore viene monitorata.

Può accedere a questa procedura il debitore persona fisica meritevole, che non ha compiuto atti di frode, che non ha contribuito con dolo o colpa grave al proprio sovraindebitamento e che non può offrire alcuna utilità ai creditori nemmeno in futuro.

È interessante notare che alcune sentenze escludono dall’esdebitazione chi ha scelto di non pagare solo il Fisco.

Esdebitazione anche con pagamenti esigui

Per ottenere il beneficio dell’esdebitazione, al fallito non è richiesto di raggiungere una soglia minima percentuale di soddisfacimento dei creditori tramite la distribuzione dell’attivo fallimentare.

Tuttavia, l’entità dei pagamenti non deve essere trascurabile, pur non potendo la valutazione basarsi esclusivamente su un calcolo matematico che ignori le circostanze complessive della procedura.

Con la sentenza n. 27562 del 24 ottobre scorso, la Corte di Cassazione ha giudicato erronea la decisione dei giudici di merito che, in una procedura fallimentare con una percentuale di soddisfacimento dei creditori pari al 5%, avevano negato l’esdebitazione al fallito, ritenendo insufficienti i pagamenti effettuati.

L’istituto dell’esdebitazione, già previsto dall’articolo 142 della legge fallimentare (Rd n. 267/1942), come modificato dal Dlgs n. 5/2006, è stato ulteriormente rafforzato dal Codice della crisi e dell’insolvenza (Dlgs n. 14/2019).

La meritevolezza del debitore

Per accedere alla procedura di sovraindebitamento il debitore deve essere meritevole, ovvero:

  • non deve aver comportato la crisi con mala fede o frode;
  • non deve essere in situazione di colpa grave.

La legge ritiene pertanto non meritevoli coloro che hanno donato i loro beni, che hanno assunto obbligazioni irragionevoli (es. un mutuo con rata pari all’85% dell’unico reddito familiare). 

Alcune situazioni sono oggi di dubbia meritevolezza, in quanto le pronunce di omologa da parte dei tribunali sono contrastanti, come ad esempio nei casi della ludopatia o del rilascio di fideiussioni da parte di persone estranee all’impresa.

Come si svolge la procedura di sovraindebitamento?

Lo studio legale curerà la redazione della domanda all’organismo di composizione della crisi (a Roma abbiamo quello dell’Ordine degli Avvocati e sempre a Roma abbiamo quello dell’Ordine dei Commercialisti), con il quale verrà redatto il piano di composizione della crisi, per poi ottenere l’approvazione da parte del tribunale.

La domanda di accesso ad una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento deve essere proposta dal debitore con il patrocinio di un avvocato a pena di nullità: ex multis Trib. Mantova decisione del 12/7/2018. 

La domanda deve essere presentata al Tribunale competente, quello in cui il debitore ha la residenza, con il deposito della proposta che deve rispondere ai requisiti di ammissibilità prescritti dalla legge.

L’accordo di composizione della crisi e piano del consumatore possono dirsi compiuti solo a seguito dell’omologazione da parte del giudice.

Quanto costa la procedura di sovraindebitamento?

La procedura ha dei costi che spesso possono essere significativi.

Tali costi in buona parte debbono essere anticipati dal debitore, il che ha spesso costituito un ostacolo all’utilizzo di questo strumento.

Il sovraindebitamento e il mutuo sulla casa

In caso di mutuo sulla casa il sovraindebitamento permette un trattamento particolare del debito.

Trattandosi di mutuo garantito dall’ipoteca di primo grado, la banca dovrà essere soddisfatta con preferenza sul ricavato dall’eventuale vendita dell’immobile, ma è possibile la falcidia anche di questo debito.

Il piano di ammortamento può tuttavia essere rispettato con il sovraindebitamento, in quanto in via eccezionale è possibile rispettare le scadenze pattuite con le rate a scadere, e non considerare il debito scaduto alla data di presentazione del piano. 

E’ tuttavia necessario che il debitore sia in regola con il pagamento delle rate al momento della presentazione del piano di composizione della crisi, fornendo all’avvocato copia delle distinte di pagamento.

Il sovraindebitamento e la cessione del quinto

Anche la cessione del quinto soccombe di fronte alla presentazione da parte dell’avvocato della procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento.

Al pari del pignoramento, difatti, la cessione del quinto non è opponibile alla procedura concorsuale rappresentata dal sovraindebitamento.

Dunque, in caso di avvio della procedura di sovraindebitamento, si sospende il pagamento delle rate ed il debito verso la finanziaria potrà essere soggetto a falcidia, ovvero al pagamento solo in percentuale rispetto al dovuto.

Strumento che tuttavia può assicurare enormi vantaggi all’avente diritto.

Il ricorso per Cassazione contro il provvedimento del Tribunale

È ammissibile il ricorso per Cassazione contro il provvedimento del Collegio che accoglie il reclamo che impugna l’omologazione.

Ciò in quanto il provvedimento è «decisorio e definitivo, tenuto conto della natura contenziosa del procedimento e della sua idoneità a incidere su diritti soggettivi, regolamentando in modo incontrovertibile la dedotta situazione di sovraindebitamento».

A rigore di logica sarà dato ricorso per cassazione contro il provvedimento che rigetta il reclamo stesso.

Se hai un altro problema di diritto bancario, invece, leggi la nostra guida.

Se possiedi i requisiti sopra esposti e hai bisogno di un avvocato cassazionista contattaci per una prima consulenza senza impegno.


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