Se tu o la tua azienda vantate un credito verso un comune in dissesto finanziario, oppure un credito accertato con sentenza contro un Ente Pubblico o una Pubblica Amministrazione, continua a leggere questo articolo per scoprire come recuperare l’importo dovuto.
Se leggi questo articolo è possibile che cerchi un avvocato cassazionista per il tuo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Secondo la CEDU hai diritto ad ottenere il pagamento dell’intero importo, non dal Comune in Dissesto ma dallo Stato, in quanto la legge sul dissesto degli enti locali viola il diritto umano alla proprietà su un credito certo liquido ed esigibile.
Se vanti un credito accertato con sentenza contro un Comune in dissesto, o hai altri crediti verso Pubbliche Amministrazioni che tardano in modo irragionevole nei pagamenti contattaci per una prima consulenza senza impegno.
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La domanda di ammissione al passivo dell’OSL del Comune in dissesto finanziario
Una volta ottenuto un titolo esecutivo come una sentenza o un decreto ingiuntivo contro un comune è possibile che tu non possa mettere in esecuzione il tuo credito per via del dissesto dichiarato dal Comune.
Le azioni esecutive contro il Comune in dissesto sono infatti inammissibili.
Non ti resta che presentare domanda di ammissione al passivo dell’OSL, l’organismo di gestione del dissesto.
Cosa aspettarsi dopo la domanda di ammissione al passivo dell’OSL
Dopo la domanda di ammissione al passivo del dissesto ti puoi aspettare di essere contattato entro 5 anni per vederti offrire un importo tra il 40% ed il 50% del tuo credito.
Tale offerta è chiaramente per molti mortificante e non permette neanche di recuperare le spese sostenute per eseguire un servizio o un appalto nei confronti del comune in dissesto.
Niente altro da fare se non attendere, oppure continua a leggere questo articolo per capire come procedere con l’aiuto del nostro studio di avvocati cassazionisti per avviare la pratica di recupero del credito con ricorso CEDU.
Ho un credito verso un Comune di dissesto, quanto devo aspettare per essere pagato?
La procedura di dissesto degli enti locali prevede che tutte le posizioni debbano essere definite entro 5 anni dall’apertura del dissesto.
Entro tale termine di 5 anni il Comune dovrebbe presentare la sua offerta per un parziale pagamento del tuo credito.
In alcuni Comuni, e tra i tanti citiamo Benevento, dopo una prima procedura di dissesto il Comune è tornato in bonis, per poi ricadere in dissesto dopo pochi mesi.
Si è quindi aperta un’ulteriore finestra di 5 anni, con la conseguente mortificazione delle aspettative di coloro che devono essere pagati.
Il TFS del lavoratore comunale dopo il dissesto
In caso di dissesto del Comune si pone sempre il tema del pagamento del TFS ovvero del trattamento di fine servizio del lavoratore dipendente che va in pensione.
La questione si pone perché il pagamento del TFS e a carico tanto dell’Inps quanto del Comune, ma il Comune dopo il dissesto come noto deve procedere al pagamento secondo le procedure della gestione commissariale.
In alcuni comuni il lavoratore dipendenti è andato in pensione è stato costretto a fare causa al Comune e all’Inps per ottenere il pagamento del 100% della propria buonuscita.
Credito nei confronti di un Comune in predissesto
Anche in caso di credito nei confronti dei comuni in predissesto non è possibile agire esecutivamente per il recupero del credito nei confronti del comune, e così ai sensi dell’art. 243 bis TUEL:
co. 4. Le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’ente sono sospese dalla data di deliberazione di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale fino alla data di approvazione o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio pluriennale di cui all’articolo 243-quater, commi 1 e 3.
In situazioni come il Comune di Napoli il predissesto può durare anche più di 10 anni, con la conseguenza che in assenza di procedure di recupero del credito come quelle di cui parliamo nel presente articolo, le incertezze in merito alle possibilità di essere pagati ed ai tempi per recuperare il dovuto restano altissime.
Ho un credito verso un Comune di dissesto, che cifra riceverò?
Le offerte bonarie che pervengono dagli OSL, ovvero gli organismi che curano la liquidazione dei debiti che rientrano nel dissesto ammontano a cifre che vanno dal 40% al 50%.
Per molte aziende si tratta di una perdita netta, soprattutto dove i margini dell’attività svolta erano minimi e le spese sono ormai state sostenute in via anticipata da anni.
Ho un credito verso un Comune di dissesto, cosa succede se non accetto l’offerta dell’OSL?
Quando ricevi l’offerta dall’OSL sei libero di accettare o rifiutare.
Se rifiuti il tuo credito rimane “vivo” e potrai agire contro il Comune dopo la fine della procedura di dissesto, salvo in caso di cui abbiamo parlato sopra (quando i comuni dichiarano dissesti uno dopo l’altro, dimostrando una vera e propria cultura del disavanzo, portata a sistema, per rendere le pubbliche amministrazioni dei soggetti perennemente insolventi).
Ho un credito verso un Comune di dissesto, come faccio ad ottenere l’intero importo dovuto?
Se non intenti accettare il 40-50% che ti verrà offerto dall’OSL, puoi decidere di rifiutare l’offerta e aspettare che il comune torni a pagare regolarmente oppure puoi rivolgerti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la Repubblica Italiana per i motivi di cui abbiamo parlato sopra.
La Corte CEDU ha affermato che hai diritto al pagamento del 100% oltre gli interessi ed il danno non patrimoniale (anche se sei una società), a patto che tu abbia già un titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo) ottenuto prima dell’apertura della procedura di dissesto.
Quali sono i Comuni in dissesto finanziario in Italia?
E’ foltissima la schiera dei Comuni Italiani in Dissesto Finanziario.
Tra questi elenchiamo: Caserta Siracusa Argentera Cravagliana Azzano Mella Campione D’italia Viareggio Terni Offagna Pignataro Interamna Ardea Bellegra Monte Porzio Catone Santa Marinella Corchiano Ari Civitaluparella Civitella Messer Raimondo Bojano Castellino Del Biferno Portocannone Prata Di Principato Ultra Quindici Roccabascerana Benevento Calvi Cerreto Sannita Fragneto L’abate Alife Calvi Risorta Cancello Ed Arnone Caserta Castel Campagnano Orta Di Atella Piana Di Monte Verna Raviscanina San Felice A Cancello San Marcellino San Nicola La Strada Villa Di Briano Villa Literno Bacoli Caivano Lacco Ameno Villaricca Montecorvino Pugliano Chieuti Rodi Garganico San Marco In Lamis San Paolo Di Civitate Casarano Melissano Monteparano Montescaglioso Lagonegro Muro Lucano Potenza Badolato Belcastro Botricello Chiaravalle Centrale Cropani Nocera Terinese San Mango D’aquino Squillace Zagarise Acri Amantea Cariati Cerisano Grimaldi Mandatoriccio San Giovanni In Fiore San Lucido Serra D’aiello Bagnara Calabra Bovalino Cardeto Caulonia Feroleto Della Chiesa Gioia Tauro Locri Riace San Lorenzo Taurianova Ciro’ Marina Cutro Rocca Di Neto Nicotera Pizzo San Calogero Aragona Casteltermini Favara Porto Empedocle Mussomeli San Cataldo Sommatino Giarre Mirabella Imbaccari Palagonia Scordia Vizzini Barrafranca Brolo Mazzarra’ Sant’andrea Milazzo Scaletta Zanclea Tortorici Bolognetta Borgetto Carini Casteldaccia Cefalu’ Cerda Monreale Partinico Acate Augusta Cassaro Lentini Castelvetrano.
E se ho un credito contro un altro Ente Pubblico o un Comune che non si trova in dissesto?
Un credito nei confronti di una pubblica amministrazione, un ente pubblico o una ASL è sempre di difficile gestione per l’impresa, tanto è vero che spesso si decide di cedere il credito con operazioni di Factoring accollandosi gli oneri bancari connessi all’operazione.
In realtà anche se il Comune non è in dissesto, o semplicemente le la ASL o l’Ente pubblico non paga, l’imprenditore può sempre rivolgersi alla CEDU per ottenere il pagamento integrale dallo Stato Italiano della somma dovuta, oltre il danno morale.
E difatti secondo la giurisprudenza CEDU, e da ultimo secondo la sentenza Therapic Center Srl del 4/10/2018:
“La Corte rammenta di avere fissato il principio secondo il quale il diritto a un tribunale sarebbe illusorio se l’ordinamento giuridico interno di uno Stato contraente permettesse che una decisione giudiziaria definitiva e vincolante rimanesse inoperante a scapito di una delle parti.
Indipendentemente dalla complessità delle sue procedure di esecuzione o del suo sistema amministrativo, lo Stato è comunque tenuto, in virtù della Convenzione, a garantire a ogni persona il diritto a che le sentenze vincolanti ed esecutive emesse in suo favore siano eseguite entro un tempo ragionevole“.
In virtù di questo principio, il pagamento parziale o il ritardo nel pagamento da parte della Pubblica Amministrazione rispetto ai crediti accertati con sentenza o decreto ingiuntivo è da ritenere sempre una violazione dei diritti dell’uomo, da risarcire con la condanna dello Stato al risarcimento dell’importo in linea capitale dovuto all’imprenditore oltre al risarcimento del danno non patrimoniale.
Sono obbligato ad accettare l’offerta dell’OSL del Comune in dissesto?
Non non sei obbligato ad accettare l’offerta dell’OSL del Comune in Dissesto.
E’ tua facoltà accettare l’offerta dell’OSL, ma laddove per l’attività da te svolta la transazione al 50% sia eccessivamente gravosa (perchè hai sostenuto spese elevate per fatturare quegli importi) hai diritto di rifiutare la proposta.
Chiaramente dovrai poi aspettare la chiusura della procedura di dissesto per rivalerti nei confronti del Comune tornato in bonis. Dovrai anche sperare che non si apra un nuovo dissesto, cosa che è in effetti successa in alcuni casi.
Durante la procedura di dissesto sono dovuti gli interessi?
Per legge dal momento del dissesto non maturano gli interessi.
Testualmente il comma 4, dell’art. 248 del D. Lgs. n. 267/2000 (TUEL) dispone che:
“Dalla data della deliberazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto di cui all’articolo 256 i debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria. Uguale disciplina si applica ai crediti nei confronti dell’ente che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione a decorrere dal momento della loro liquidità ed esigibilità.”
Ma questa affermazione ha importanti limiti, e difatti come affermato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 9961/2023 secondo cui:
“Se è vero che, alla luce dei principi affermati dalla Corte Costituzionale nella richiamata sentenza n. 269 del 1998 (con riferimento alla disciplina recata dall’art. 81, comma 4, del decreto legislativo n. 77 del 1995), “il blocco della rivalutazione e degli interessi è destinato ad operare solo in pendenza della speciale procedura concorsuale”, sicché la normativa in tema di dissesto degli enti locali va intesa “nel senso che, nel periodo decorrente dalla deliberazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto i debiti insoluti non producono interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria (cioè non sono opponibili alla procedura e suscettibili di essere ammessi alla massa passiva), ma rimane integra la facoltà per i creditori di azionare tali diritti nei confronti dell’ente pubblico una volta cessato lo stato di dissesto ed esaurita la procedura di gestione straordinaria …
NON È DUNQUE IN DISCUSSIONE CHE L’ART. 248 TUEL, IN BASE A UN’INTERPRETAZIONE COSTITUZIONALMENTE ORIENTATA E ALLA LUCE DELLE COORDINATE ERMENEUTICHE DELINEATE DALLA CORTE COSTITUZIONALE, CONSENTA AL CREDITORE DI RICHIEDERE ALL’ENTE LOCALE TORNATO IN BONIS DI RECUPERARE L’EVENTUALE RESIDUO CREDITO OVE NON SODDISFATTO INTEGRALMENTE DALLA GESTIONE LIQUIDATORIA, IN UNO AGLI INTERESSI MATURATI NEL PERIODO DI DISSESTO, MA TEMPORALMENTE INESIGIBILI PER LEGGE“.
Dunque il creditore che rifiuta la proposta transattiva potrà domandare al Comune tornato in bonis il capitale e gli interessi, secondo il tasso legale o moratorio previsto dal decreto ingiuntivo o dalla sentenza che contiene la condanna del Comune.
Durante il dissesto posso fare causa al Comune?
Durante la procedura di dissesto è sempre possibile fare causa al Comune, sia per fatti avvenuti durante la gestione commissariale sia per fatti avvenuti prima.
E difatti gli eventi precedenti il dissesto (e le eventuali sentenze relative tali fatti) non escludono in alcun modo la possibilità di ottenere la condanna del Comune.
Come sempre affermato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 9961/2023:
“NULLA VIETA AL CREDITORE DI PROMUOVERE LE NORMALI AZIONI DI COGNIZIONE, TRA CUI QUELLE VOLTE ALL’ACCERTAMENTO DEL DIRITTO AGLI INTERESSI ED ALLA PREDETTA RIVALUTAZIONE” .
Comuni in Dissesto e CEDU
I comuni in dissesto sono centinaia in tutta Italia, e molto spesso dall’apertura del dissesto sono discese gravissime conseguenze per i tanti – come lavoratori, professionisti, fornitori – che da questi Comuni attendevano il pagamento dei propri stipendi, onorari, parcelle o fatture.
Tutti i creditori dei Comuni in dissesto si trovano apparentemente nell’impossibilità di recuperare il proprio credito, ciò in quanto ai sensi del’art. 248, co. 2 e 4, TUEL
«2. Dalla data della dichiarazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto di cui all’art. 256 non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell’ente per i debiti che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione.
Le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto … sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva dell’importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese»
4. Dalla data della deliberazione di dissesto e sino all’approvazione del rendiconto di cui all’art. 256 i debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazioni di cassa e già erogate non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria.
Uguale disciplina si applica ai crediti nei confronti dell’ente che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione a decorrere dal momento della loro liquidità ed esigibilità».
Le procedure di legge vorrebbero quindi che il creditore presentasse una domanda di ammissione al passivo dell’ente in dissesto, e su tale domanda l’OSL – Organismo Straordinario di Liquidazione, potrebbe procedere con un’offerta “scontata” o con un pagamento secondo il principio della par condicio creditorum.
Ma non tutti sanno che la legge italiana in materia è stata ritenuta non congrua e rispettosa dei diritti umani da parte della CEDU.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, difatti, con la Sentenza De Luca contro Italia del 2013, ha affermato che il cittadino o l’impresa vittima del meccanismo previsto dalla legge sul dissesto degli enti locali, abbia diritto ad ottenere dallo Stato Italiano il pagamento integrale del proprio credito, degli interessi e del danno non patrimoniale.
La gestione Commissariale di Roma Capitale
La gestione Commissariale di Roma Capitale è la struttura incaricata di gestire il debito di Roma Capitale precedente al 2008.
In sostanza, chi ha maturato un credito contro Roma Capitale prima del 2008, non può promuovere azioni esecutive, pignoramenti o giudizi di ottemperanza, ma deve fare domanda di ammissione al passivo al Commissario.
Capita che ancora nel 2024 ci siano persone ed imprese che non hanno ricevuto il pagamento del dovuto da parte della gestione commissariale (crediti che ammontano a circa 7 miliardi di euro), ed anche questi possono valutare l’opportunità di rivolgersi alla CEDU per ottenere il pagamento.
Chiusura della gestione commissariale di Roma Capitale nel 2024
Con il decreto Milleproroghe del 2024 è stata prevista la fase di chiusura della gestione commissariale di Roma Capitale
Viene infatti previsto che il Commissario comunichi l’elenco finale della massa passiva con l’elenco quindi dei creditori per causa anteriore al dissesto.
Sarà data ai creditori la possibilità di presentare domande di liquidazione nel termine ultimo di 6 mesi per poi procedere all’ammissione dei crediti ed infine al pagamento.
Ancora incerte le modalità per ammettere i crediti relativi i contenziosi pendenti come nel caso degli espropri.
Con comunicazione del 29/3/2024 Roma Capitale indica la procedura di chiusura del dissesto:
Oggetto: Avviso ai titolari di crediti verso roma capitale derivanti da atti o fatti posti in essere in data anteriore al 28 aprile 2008
Si rende noto che in data 28 marzo 2024 è stato pubblicato nell’albo pretorio online di Roma Capitale l’avviso pubblico rivolto ai titolari di crediti commerciali certi, liquidi ed esigibili ancora in essere al 31 dicembre 2023 anche se non ancora iscritti, afferenti ad obbligazioni contrattuali, extracontrattuali e indennitarie assunte dal Comune di Roma in data anteriore al 28 aprile 2008, per la presentazione, a pena di decadenza, entro il perentorio termine di 180 (centoottanta) giorni dalla pubblicazione dell’avviso nell’albo pretorio online di Roma Capitale, delle richieste di ammissione nella massa passiva dei debiti pregressi di Roma Capitale di cui all’art. 1 comma 930 della legge 30 dicembre 2018, n. 145. La mancata presentazione della domanda da parte dei creditori nei termini assegnati determina l’automatica cancellazione del credito vantato.
L’avviso pubblico e la relativa modulistica sono disponibili all’indirizzo web https://www.comune.roma.it/web/it/gest-comm-avvisi-al-creditore.page
Avvocato per comuni in dissesto
Se cerchi un avvocato cassazionista per il tuo credito verso uno dei comuni in dissesto, o verso un altro ente locale in dissesto finanziario, allora contattaci inviato tramite email:
- la copia della sentenza o del decreto ingiuntivo che hai ottenuto contro il comune in dissesto finanziario;
- la tua domanda di ammissione all’OSL;
- l’offerta che eventualmente hai ricevuto dall’OSL.
Se vanti un credito accertato con sentenza contro un Comune in dissesto, o hai altri crediti verso Pubbliche Amministrazioni che tardano in modo irragionevole nei pagamenti contattaci per una prima consulenza senza impegno.
con sentenza tar di ottemperanza e nomina commissario ad acta,il comune in dissesto è obligato a liquidare (spettanze per lavoro personale dipendente)
Salve, i crediti quali il suo, pur meritevoli di soddisfazione, troveranno ostacolo nella procedura di dissesto dove verranno trattati al pari degli altri crediti concorsuali e pertanto defalcati al 40-50%. Il pagamento potrebbe avvenire in 5 anni dall’apertura del dissesto.
Il nostro studio assiste chi come lei non riesce ad ottenere il pagamento dal Comune, presentando ricorso alla CEDU contro la Repubblica Italiana per violazione del suo diritto di proprietà attraverso una normativa già giudicata a Strasburgo quale contraria al Trattato. Se vuole ci contatti in privato per i chiarimenti del caso.
caro luigi purtroppo non è così!!!!! Il TAR di dichiara inammissibile il ricorso dicendoti di presentare domanda al commissario liquidatore e seguire la procedura che è pressappoco identica a quella fall.re perché si deve rispettare la c.d. par condicio. Il problema è quando il commissario nominato non solo non accetta la tua domanda di ammissione alla massa passiva, ma non redige neppure il piano di rilevazione della massa passiva e la Commissione Centrale presso il Ministero dell’Interno cui fai la segnalazione ,ì di tale inadempienza, non ti risponde nemmeno. Viva l’Italia!!!!
Allora la cosa da fare è rivolgersi alla CEDU e ottenere la condanna dell’Italia al pagamento della somma dovuta e alla sanzione per la mancata osservanza e rispetto dei diritti dei cittadini che vantano un credito nei confronti della P.A..
Salve – Se la comunità europea acclara il tuo debito, lo stato quanto tempo ha per risarcire il dovuto?
Salve, se la Corte EDU ha condannato la Repubblica Italiana a risarcirla allora dovrebbe ricevere il pagamento entro pochi mesi.
Mi trovo in una situazione analoga a quella già decisa positivamente dalla CEDU. Gradirei preliminarmente conoscere le complessive competenza professionali spettanti nel caso dovessi decidere di avanzare ricorso..
Salve,
ci può contattare telefonicamente o tramite email anticipato copia della documentazione che riguarda la sua pratica contro il Comune in dissesto.
Avv. Marcello Padovani
viale Liegi n. 1
00198 – Roma
Email marcellopadovani@avvocatocivilistaroma.it
Tel +39 06 81157583
http://www.avvocatocivilistaroma.it
Buongiorno, ho un credito con un Comune in dissesto ma i termini per presentare i documenti sono scaduti. Ora che succede? Posso ancora fare qualcosa?
Salve, seppure il termine per presentare domanda di ammissione al passivo dell’OSL possa essere scaduta, suggeriamo di presentare domanda tardiva, eventualmente indicando i motivi che hanno impedito la presentazione tempestiva. In ogni caso risulta possibile presentare ricorso alla CEDU per i motivi spiegati nel presente articolo sul dissesto dei Comuni.
In riferimento all’articolo 258 tuel terzo comma, il credito da sentenza per demansionamento per condotta illecita del Comune verso un dipendente va riconosciuto come credito da retribuzione e pertanto liquidato per intero?
Buonasera vanto un credito nei confronti del comune di Monreale a seguito di una sentenza del dicembre del 2018. Ho ricevuto da parte dell’OSL una proposta di rimborso del 50% , senza considerare le spese di perizie tecniche e mediche che ho sostenuto. Chiaramente ho rifiutato l’offerta quale potrebbe essere la strada da seguire per ottenere il risarcimento totale.
Grazie anticipatamente.
Salve, lei è nelle condizioni di presentare ricorso alla CEDU per ottenere dallo Stato il risarcimento del danno subito in conseguenza di questa normativa scellerata che le impedisce di esercitare il suo diritto di credito. Se interessato ad approfondire ci contatti inviando tramite email la documentazione del suo caso. Cordiali saluti Avv. Marcello Padovani
Buingiornio, subisco l’esporpio attraverso la procedura di occupazione d’urgenza, mai convertita in espropsio, proposto ricorso al TAR nel 2002 per l’indennizzo, con sentenza del 2020 il TAR riconosce il diritto al risarcimento con conseguente acquisizione sanante o alla restituzione della porzione di terreno espropriata, il comune non potendo procedere alla restituzione dell’area, nei 120 non propone neanche offerta per l’indennizzo, Il Tar nomina Commissario ad acta il quale a seguito del mancato accordo tra le parti sull’entità dell’indennizzo, nomina Ctu che stima l’indennizzo. Il comune dal 2018 è in dissesto, in conseguenza della famosa sentenza del Consiglio di Stato del 2020, il credito “rientrerebbe” nella gestione dell’OSL. Nessuno ci ha ancora chiamato, ma noi non intendiamo accettare l’0eventuale proposta liquidatoria. cosa possiamo fare?
Salve, deve presentare domanda di ammissione al passivo dell’OSL e poi può presentare ricorso alla CEDU. Se interessato ci contatti tramite email inviando la documentazione del caso. Avv. Marcello Padovani
Avanzo crediti di un comune in dissesto con decreto ingiuntivo vinto
salve,
ci invii tramite email all’indirizzo Info@avvocatocivilistaroma.it, i seguenti documenti:
1. copia titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo);
2. copia della domanda di ammissione all’OSL e quindi al passivo del Comune in Dissesto.
La ricontatteremo per farle sapere se la possiamo aiutare e come.
Cordiali saluti
salve, vanto un credito dal comune in dissesto ma sono passati oramai 6 anni e ancora non riescono a chiudere i conteggi perchè gli uffici non producono i documenti dovuti.
Ho fatto richiesta alla massa passiva con due documenti distinti in quando per 16 mesi di lavoro , con ditta individuale e 5/6 dipendenti , mi sono trovato a soddisfare le richieste degli uffici che mi continuavano a mandare ordini di servizi.
La ditta si occupava di gestioni di strutture pubbliche, quali stadio , teatro e villa comunale.
La complicanza viene dal fatto che equitalia , che avanza principalmente iva, sta aggiungendo anno dopo anno interessi:
quali strade si possono intraprendere per azzerare il debito con equitalia e non far gravare gli interessi su di me ?
salve,
il nostro studio può aiutarla a gestire tanto la posizione del credito contro il Comune in Dissesto quanto nella posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Per approfondire il da farsi nel suo caso specifico la invitiamo a contattarci telefonicamente o tramite email per le opportune valutazioni.
Cordiali saluti