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Cosa è la TARI?
La tassa sui rifiuti è un tributo istituito dalla legge di stabilità per l’anno 2014 (l. n. 147/2013).
La TARI ha sostituito dal 1° gennaio 2014 i preesistenti tributi dovuti al comune dai cittadini o aziende quale pagamento corrispettivo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti (TARSU).
Questo servizio nella città di Roma è svolto da Ama S.p.A.
operatore che si occupa della gestione integrata dei servizi ambientali i cui costi sono integralmente coperti dalla Tassa sui Rifiuti (TARI) corrisposta periodicamente dai cittadini.
Le liti con i Comuni e le società affidatarie della riscossione della TARI
Sono numerosi i contenziosi insorti, tra i cittadini e il comune di Roma, a causa di una errata determinazione dell’importo che i contribuenti sono tenuti a corrispondere.
Contenziosi che a volte impongono di rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto tributario.
A volte le contestazioni relative la TARI dipendono da un errato calcolo dei metri quadri dell’immobile, altre volte è errata la categoria dell’attività svolta (alcuni esercizi in teoria producono più rifiuti e quindi sono tassati di più).
Altre volte le cartelle esattoriali relative la TARI arrivano quando la prescrizione è ormai maturata.
La tari per rifiuti industriali nel 2024
In diverse regioni italiane, alcuni Comuni stanno attuando verifiche e quindi accertamenti sulla Tari, inclusa l’assimilazione dei rifiuti speciali provenienti dalle attività industriali a quelli urbani.
Questi controlli, spesso effettuati retroattivamente, non sempre rispettano i regolamenti in vigore al momento.
Di conseguenza, si è verificato un aumento delle controversie legali tra le autorità fiscali e le imprese, le quali difendono le proprie azioni sottolineando la legittimità dei loro comportamenti e delle esenzioni applicate.
Inoltre, dato che la Tari è calcolata in base ai metri quadrati, le fatture emesse per gli accertamenti risultano spesso elevate, considerando le dimensioni degli stabilimenti interessati.
Non assimilabilità dei rifiuti industriali ai rifiuti urbani
Con il D.lgs. 116/2020, in recepimento delle direttive Ue del 2018 su rifiuti e imballaggi è stato modificato il Codice dell’ambiente, escludendo per legge la possibilità di assimilare i rifiuti industriali a quelli urbani e quindi la loro assoggettabilità a TARI.
In base alla normativa quindi in vigore dal 2021, sono escluse dalla Tari, sia con riferimento alla quota fissa che alla quota variabile, tutte le aree in cui vengono effettuate le lavorazioni industriali, comprese quelle relative ai magazzini di materie prime, semilavorati e merci, in quanto producono soltanto rifiuti speciali.
Per i rifiuti speciali le aziende non si avvalgono dei servizi comunali di raccolta e smaltimento, ma devono provvedervi a proprie spese con la conseguenza che non matura il presupposto per il versamento della TARI non essendo stato prodotto un rifiuto da smaltire a carico del servizio di raccolta comunale.
Come leggere la cartella per TARI di ROMA CAPITALE
Una Cartella per la TARI dovuta a Roma Capitale verrà anticipata da un accertamento di Aequa Roma
L’atto di accertamento deve essere notificato entro i termini di legge ed in caso di mancata opposizione la somma sarà iscritta a ruolo e trasmessa all’Agenzia Entrate Riscossione per la notifica della cartella esattoriale.
Tutti questi passaggi sono visibili nella cartella esattoriale come possiamo vedere a seguire.
All’interno di questa cartella sono visibili tutti i passaggi di cui abbiamo parlato, c’è un accertamento del 2019 per la TARI del 2014, notificato nel 2019. La cartella è andata in Riscossione nel 2022 e poi è stata notificata nel 2023.
E’ chiaro che per affermare se il procedimento è stato svolto correttamente andrà effettuato un accesso agli atti per verificare la correttezza della notifica del 2019 che avrebbe interrotto i termini di prescrizione.
La decadenza dalle cartelle esattoriali TARI
Le cartelle esattoriali TARI sono soggette a decadenza in modo differente rispetto ad altri tributi.
E difatti ai sensi dell’art. 1 co. 162 Legge 27 dicembre 2006, n. 296:
“Nel caso di riscossione coattiva dei tributi locali il relativo titolo esecutivo deve essere notificato al contribuente, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo”.
Questo significa che tra notifica dell’accertamento e notifica della cartella esattoriale non devono passare più di 3 anni e poi bisogna aspettare fino alla fine dell’anno solare per dire che la controparte è decaduta dalla possibilità di riscuotere a mezzo ruolo tramite l’Agenzia Entrate Riscossione.
La decadenza abbiamo visto che si aggiunge alla prescrizione ed affinchè la cartella esattoriale sia valida è necessario che il credito non sia nè oggetto di decadenza ne di prescrizione.
Come si calcola la TARI?
Nello specifico, dipendentemente dal tipo di utenza, la tassa sui rifiuti è calcolata in due modi differenti:
– Per le utenze abitative essa è calcolata in base ai metri quadri dell’immobile e al numero di persone del nucleo familiare che vivono all’interno dell’immobile stesso.
Calcolata su base annuale con pagamento suddiviso in due semestri la tassa comprende: una quota fissa e una quota variabile, quest’ultima rapportata alla quantità di rifiuti prodotti e smaltiti;
– Per gli uffici e le società il calcolo è effettuato in base ai metri quadri del locale destinato all’attività commerciale o di impresa e alla categoria di appartenenza dell’attività svolta nel locale.
Dalla categoria di attività svolta deriva l’applicazione di alcuni coefficienti che portano a determinare l’importo.
Anche in questo caso la tassa è calcolata su base annuale e il pagamento è suddiviso in due semestri, inoltre il pagamento comprende una quota fissa e una quota variabile.
La TARI e la delibera Arera 15/2022
Entro il 30 aprile 2023 i comuni devono adeguare i loro regolamenti in materia di TARI alla delibera 15 dell’ARERA.
I comuni in particolare devono prevedere nei regolamenti TARI una riduzione della quota variabile in proporzione alla quantità di rifiuti speciali che il produttore dimostra di aver “avviato al riciclo”.
La delibera dell’Arera peraltro pone diversi problemi di interpretazione in rapporto alla sentenza 5786/2023 della Corte di Cassazione.
La TARI per i B&B
I B&B possono essere assimilati agli hotel per quanto riguarda la TARI.
Il quadro è differente da regione a regione, e così da comune a comune, visti i regolamenti che stabiliscono la TARI in modo differente.
Ebbene la Corte di Cassazione nel 2022 ha affermato che è legittimo il regolamento comunale TARI che prevede la maggiorazione per i Bed and Breakfast e gli affittacamere e li parifica ad alberghi ed hotel.
Ciò in quanto è comune la funzione economica e sono comparabili i rifiuti prodotti.
Non è necessaria alcuna variazione catastale dell’immobile adibito a B&B affinchè sia legittima la maggiorazione TARI.
Cosa succede se non pago la TARI?
Il mancato pagamento, da parte dei contribuenti, dell’importo dovuto alla Società determina l’irrogazione di una sanzione.
Quest’ultima è notificata tramite cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate e Riscossione recante non solo la somma dovuta per la tassa non corrisposta ma altresì una sanzione del 30% oltre le spese di notifica (la misura della sanzione è stata stabilita dall’art. 13 d. lgs. n. 471/1997).
Ebbene, se tale cartella esattoriale è ritenuta dal contribuente ingiusta perché illegittima e quindi viziata è possibile proporre l’impugnativa entro 60 giorni mediante ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale avverso i provvedimenti impugnabili (ex art. 19 d.lgs. n. 546/1992 e successive modificazioni).
Le cartelle esattoriali TARI
Quando sono decorsi i termini fissati per il pagamento a seguito dell’accertamento, che sia chiamato così o che sia chiamato avviso o ingiunzione ai sensi del regio decreto 1910, il Comune incarica una società di riscossione.
Spesso l’ente di riscossione è l’Agenzia delle Entrate Riscossione ex Equitalia, ma in alcuni casi i comuni hanno dei diversi gestori privati.
In questi casi si procede alla notifica della cartella esattoriale o di un atto equivalente, avverso il quale puoi presentare opposizione solo entro 60 giorni dalla notifica.
Intimazione di pagamento su cartelle esattoriali TARI
Dopo l’emissione della cartella esattoriale, dell’accertamento esecutivo o dell’ingiunzione regio decreto in merito alla TARI da parte dei Comuni, è possibile che l’ente comunale provveda tramite l’Agenzia Entrate Riscossione o tramite il concessionario privato della riscossione alla notifica dell’intimazione di pagamento.
Con l’intimazione di pagamento l’ente annuncia una prossima azione esecutiva (es. un pignoramento ecc.) su quelle stesse cartelle esattoriali.
In tali casi sarà possibile contestare la cartelle esattoriali solo per due motivi come la mancata notifica o la prescrizione successiva alla notifica della cartella.
Ed infatti se tra la notifica della cartella e l’intimazione di pagamento sono passati più di 5 anni in mancanza di altri atti interruttivi della prescrizione, sarà possibile presentare opposizione per far valere la prescrizione della cartella esattoriale.
In quanto tempo si prescrive la TARI?
Essendo la TARI un’imposta locale, si prescrive in cinque anni, tale termine inizia a decorrere dall’anno successivo a quello del dovuto pagamento.
Se invece hai un altro problema con il fisco e cerchi un avvocato cassazionista tributarista, leggi la nostra guida qui.
Se pertanto hai ricevuto una cartella esattoriale per il pagamento della TARI con contestuale sanzione, e ritieni che il credito sia prescritto o la pretesa creditoria sia illegittima contattaci per una prima consulenza senza impegno.
Professionali e competenti davvero……complimenti….perle rare.