Le controversie con l’Agenzia Entrate Riscossione, l’INPS e le altre liti tributarie e previdenziali

Hai una controversia con una l’Agenzia delle Entrate, Agenzia Riscossione ex Equitalia, l’INPS, l’INAIL, l’AMA o altro soggetto che pretende da te il pagamento di tasse e contributi?

Cerchi un avvocato cassazionista a Roma per la tua questione fiscale o previdenziale?

Se anche tu ti trovi a dover litigare con il fisco o un altro dei soggetti indicati in questa guida, leggi questa guida per capire come comportarti.

Indice

Avvocati contro Agenzia Entrate Riscossione

Se cerchi degli avvocati che si occupino di pratiche contro l’Agenzia Entrate Riscossione, ex Equitalia, sei sulla pagina giusta.

Che si tratti di cause contro l’Agenzia Riscossione, con l’Agenzia Entrate o contro l’INPS, se hai ricevuto un atto giudiziario prova ad inviarcelo.
Ti faremo sapere nel più breve tempo possibile se ti possiamo aiutare e come.

Le liti con il Fisco

Molti sono i motivi di lite con il fisco, che si tratti di imposte (Irpef, Irap, IVA), tasse (quali la TARI o la Tosap) o ancora che si tratti rimborsi o di contributi, quali i versamenti previdenziali dovuto all’INPS, che si tratti di somme dovute dal datore di lavoro o da parte di lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata.

Alcune liti con il fisco sono di competenza delle Commissioni Tributarie, altre liti sono di competenza della giustizia ordinaria (Tribunali o Giudici di Pace).

Contro chi si svolgono le cause contro il Fisco?

Il soggetto principale contro cui si svolgono le controversie fiscali è l’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia), che è il soggetto deputato per legge a riscuotere gran parte dei crediti tributari. 

Altre volte la riscossione viene affidata dai Comuni o da altri Enti locali ad Agenzie di riscossione private.

Spesso al fianco dell’Agenzia Entrate Riscossioni, nelle cause fiscali e previdenziali occorre coinvolgere altri soggetti, quali l’INPS, l’Agenzia delle Entrate, i Comuni, nel caso dell’IMU i soggetti che svolgono il servizio di raccolta rifiuti (es. l’AMA a Roma) o ogni altro soggetto che ha svolto eventualmente l’accertamento del credito affidato alla riscossione.

 

Alcune liti con il fisco sono di competenza delle Commissioni Tributarie, altre liti sono di competenza della giustizia ordinaria (Tribunali o Giudici di Pace).

Come risolvere le controversie con il fisco?

Se hai ricevuto un atto da parte dell’Agenzia delle Entrate o un’altra pretesa tributaria, occorre innanzi tutto trasmettere una copia dell’atto al professionista che ti assiste, quale il tuo commercialista o il tuo avvocato tributarista.

E’ urgente, in quanto il termine per impugnare l’atto può essere di 20, 30, 40 o 60 giorni a seconda dell’atto da te ricevuto, e spesso occorre tempo per raccogliere la documentazione necessaria e approntare tutte le difese necessarie a tutelare i tuoi diritti.

E’ fondamentale rivolgersi ad un professionista esperto in diritto tributario o previdenziale, in quanto in troppo spesso nelle commissioni tributarie si vedono liti mal gestite o ricorsi presentati direttamente senza avvocato. 

Si fa un esempio, senza nulla togliere a ciascuna professionalità: non tutti i professionisti sanno verificare – come un avvocato – la correttezza delle notifiche e del processo notificatorio, cosa da cui spesso discende una mancanza di difesa del contribuente sulle questioni relative il maturare della prescrizione del credito fiscale.

Come ridurre i debiti con Equitalia

Ti stai domandato come fare a risolvere i tuoi problemi tributari con l’agenzia delle entrate?
Se cerchi un avvocato esperto in debiti e soluzione delle questioni debitorie, allora hai bisogno di un avvocato che si occupi tanto di diritto bancario quanto tributario.
E infatti spesso chi ha smesso di pagare il fisco, prima ha smesso di pagare le banche.
A volte la soluzione per ridurre i debiti Equitalia viene dalle opposizioni con delle cause, altre volte da procedure più complesse come la composizione della crisi da sovraindebitamento, il concordato preventivo, o l’accordo di ristrutturazione dei debiti.

FAQ – Le domande più frequenti in diritto tributario e previdenziale

Se ho una controversia con l’Agenzia delle Entrate Riscossione cosa devo fare?

Ti stai domandando come risolvere i tuoi problemi con Equitalia?

Se hai ricevuto un atto dall’AER invialo subito al professionista di tua fiducia. Il termine per impugnare l’atto può essere di 20, 30, 40 o 60 giorni a seconda dell’atto da te ricevuto, e spesso occorre tempo per raccogliere la documentazione necessaria e approntare tutte le difese necessarie a tutelare i tuoi diritti.

Vorrei sapere se Equitalia ha pretese nei miei confronti, come faccio a controllare?

Ti stai domandando: come faccio a sapere se ho debiti con Equitalia?

Se hai il dubbio che Equitalia (oggi Agenzia Entrate Riscossione) abbia pretese nei tuoi confronti, puoi richiedere un “estratto di ruolo” ovvero l’elenco dei tuoi debiti risultanti in AER in quanto affidatigli dagli Enti Creditori (l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, il Comune di Roma, l’AMA). 

L’estratto di ruolo è un punto di partenza, ma non è più un atto autonomamente impugnabile in Commissione Tributaria o dinnanzi al Tribunale, ad esempio per i debiti INPS, se non nei casi previsti dalla legge.

A volte l’estratto di ruolo non basta, in quanto possono esserci dei crediti del fisco che non sono ancora stati “iscritti a ruolo” e pertanto potrebbero emergere successivamente.

Una visione semplice e chiara della tua situazione tributaria, emerge anche accedendo sul sito di Equitalia con il tuo pin INPS, con lo SPID o con la Carte d’identità elettronica: troverai una schermata di sintesi della tua posizione e un dettaglio delle voci che compongono le singole cartelle esattoriali.

Vuoi richiedere l’estratto di ruolo e non sai come?

Abbiamo detto cos’è l’estratto di ruolo e a cosa serve.

Se invece ti stai domandando come richiedere l’estratto di ruolo ad Equitalia, allora devi sapere che è molto semplice.

Per chiedere l’estratto di ruolo è sufficiente compilare il modello RD1 presente sul sito dell’Agenzia Entrate Riscossione ed inviarlo tramite PEC ad Equitalia. Nell’arco di pochi giorni riceverai una copia informativa del documento.

Attenzione ad essere preciso nella redazione dell’istanza di accesso, spesso se ci sono più cartelle esattoriali può essere necessario indicarle ad una ad una, e magari anche chiedere copia delle notifiche degli atti, per verificare la regolarità dell’attività di accertamento e riscossione posta in essere.

Dove tu abbia difficoltà a fare da solo, puoi chiedere l’aiuto di un avvocato tributarista o di un commercialista.

Quando dura la causa contro Equitalia?

Una causa contro Equitalia dura da alcuni mesi ad alcuni anni, dipende dal tipo di tributo impugnato e dal Tribunale competente. 

Ed infatti mente una causa contro Equitalia per debiti INPS deve essere presentata in Tribunale Civile, e può durare circa un anno, una causa per debiti tributari va presentata alla Commissione Tributaria competente per territorio. 

Le cause Equitalia può possono essere oggetto di procedimenti di impugnazione ed appello, a seconda dei casi presentati davanti la Corte d’Appello, la Commissione Tributaria Regionale e la Corte di Cassazione

Ho ricevuto una cartella esattoriale, come la posso contestare?

Una volta ricevuta una cartella esattoriale il contribuente (impresa o persona fisica) ha i termini stringenti già indicati per proporre impugnazione dinnanzi la Commissione Tributaria o il Tribunale competente (la competenza di una delle due giurisdizioni è un argomento complesso e sempre in evoluzione, ne parliamo qui . 

In caso di mancata impugnazione nel termine previsto il contribuente non può più contestarlo, se non dopo l’eventuale prescrizione maturata successivamente alla notifica. A seguito delle recenti sentenze delle Sezioni Unite la mancata opposizione non comporta che il termine di prescrizione diventi di 10 anni, ma solo che la prescrizione sia interrotta dalla notifica della cartella e poi resti quella propria dell’imposta o contributo (es. per i contributi INPS la prescrizione sarà sempre di 5 anni). 

Come ottenere la cancellazione delle cartelle esattoriali di importo inferiore a 1000,00 euro relative gli anni 2000-2010?

La legge 119/2018 ha previsto che “i debiti di importo residuo fino a 1000 euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni relativi il periodo 1° gennaio 2000 – 31 dicembre 2010 sono automaticamente annullati“.

Spesso l’annullamento non è stato disposto in automatico al 31/12/2018 ed è necessario sollecitare l’Agenzia Entrate Riscossione anche con una causa dinnanzi la Commissione Tributaria.

La Cassazione ha chiarito che anche dove la cartella esattoriale sia maggiore di € 1000, si guarda alle singole voci che la compongono per l’annullamento (es. unica cartella contenente, due voci: una per IMU pari a € 600 e l’altra IVA pari a € 900, si cancellano entrambe).

Intimazione di pagamento Agenzia Entrate Riscossione

L’atto giudiziario notificato dall’Agenzia Riscossione può essere una intimazione di pagamento.

L’intimazione di pagamento Equitalia è l’atto con cui l’agenzia Riscossione ti annuncia un prossimo recupero del credito, che può consistere in un pignoramento o altro.

L’intimazione di pagamento indica il termine di 5 giorni per pagare, decorsi i quali l’Agenzia Riscossione può procedere oltre.

Ma il termine per impugnare l’intimazione di pagamento è diverso.

L’intimazione di pagamento infatti può essere impugnata solo per vizi propri o per un vizio relativo un atto precedente.

Se infatti scopri la cartella esattoriale solo con l’intimazione di pagamento, puoi essere rimesso in termini per impugnarla nel termine previsto dalla legge per quel tributo o quel contributo (attenzione il termine può essere di 20, 30 40 o 60 giorni a seconda dell’ente creditore).

Anche se hai ricevuto una intimazione di pagamento senza prima ricevere la notifica della cartella, allora puoi rimettere in discussione il debito.

Come contattare Equitalia Roma? 

Se vuoi contattare la sede competente di Equitalia a Roma cerca sui internet il sito dell’Agenzia Entrate Riscossione e cerca la sede più vicina a casa tua. 

Per la gran parte delle necessità è sufficiente accedere tramite il tuo account SPID sul sito di Equitalia o al massimo inviare una pec con la tua richiesta, mentre sono sempre più rari i casi in cui vi è necessità di accedere fisicamente alla sede dell’Agenzia delle Entrate.

L’impugnazione del diniego di sgravio

Dopo aver scoperto l’esistenza di una cartella esattoriale potresti ritenere agire con l’impugnazione del diniego di sgravio in ipotesi di prescrizione già maturata.

Ed infatti alcune sentenze della cassazione ammettono l’impugnazione della cartella per l’unico motivo dell’avvenuta prescrizione in ipotesi di decorso di un tempo sufficiente dopo la notifica della cartella esattoriale.

Ho ricevuto un atto impoesattivo, cosa posso fare

L’atto impoesattivo è una novità che nasce nel 2020.

Con l’atto impoesattivo gli enti locali beneficiano di una modalità semplificata di riscossione, alternativa all’iscrizione a ruolo ed alla notifica della cartella esattoriale.

Con l’atto impoesattivo è come se tu stessi ricevendo contemporaneamente la cartella esattoriale e l’intimazione di pagamento.

L’atto impoesattivo è destinato a sostituire, principalmente per i Comuni, lo strumento dell’ingiunzione fiscale prevista dal Regio Decreto 639/1910.

Ho ricevuto un avviso di addebito INPS come lo posso contestare? 

Hai ricevuto una PEC dell’INPS o una raccomandata contenente un avviso di addebito e vuoi sapere come comportati?

Gli avvisi di addebito devono essere contestati entro 20 o 40 giorni dalla notifica dell’atto, e i motivi di contestazione posso essere vari, ad esempio è possibile che il credito previdenziale sia già stato soddisfatto con pagamento, o che l’accertamento sia tardivo e quindi ci sia decadenza o prescrizione. Conferendo mandato ad un avvocato che si occupa di diritto previdenziale sarà possibile contestare il credito dinnanzi il Tribunale.

La decadenza dell’Agenzia delle Entrate per gli atti emessi nel 2020

Le normative che si sono succedute durante l’emergenza Covid19 ha previsto un regime di decadenza per la notifica degli atti del 2020, a scadere il 28/2/2022.

Non tutti gli atti rientrano in questo regime, che è di doppia decadenza:

  • c’è una decadenza per l’emissione dell’atto, al 31/12/2020;
  • e c’è una seconda decadenza per la relativa notificazione, al 28/2/2022.

Per alcuni anni a venire, per valutare il termine di decadenza, occorre guardare al 26 marzo di ciascun anno e non al 31 dicembre dell’anno precedente al fine di verificare il rispetto dei termini di decadenza dell’Agenzia Entrate e dell’Agenzia Entrate Riscossione.

Novità 2022: La Commissione Tributaria diventa Corte di Giustizia Tributaria

Novità del 2022: maquillage nelle riforme della giustizia tributaria: dal 16/9/2022 quelle che si chiamavano Commissioni Tributarie diventano Corti di Giustizia Tributarie.

La commissione tributaria provinciale diventa Corte di Giustizia Tributaria di primo grado.

La commissione tributaria regionale diventa Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado.

Come ottenere nel 2021 la cancellazione delle cartelle esattoriali di importo inferiore a 5000,00 euro relative gli anni 2000-2010?

Per ottenere la cancellazione delle cartelle esattoriali di importo inferiore agli € 5000,00 non serve fare nulla, in quanto tutte le attività sono a carico dell’AER. Sarà opportuno verificare che sia avvenuto lo stralcio..

La legge del 2021 ha infatti appena previsto il diritto dei contribuenti allo stralcio di queste cartelle, quando l’importo complessivo del capitale sommato a sanzioni ed interessi è inferiore ad € 5000.

E’ necessario, per ottenere lo stralcio delle cartelle, avere un reddito nel 2019 inferiore ad € 30.000,00.

L’avviso di accertamento doganale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli

L’avviso doganale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli è l’equivalente della cartella esattoriale quando il tributo è costituto da dazi doganali.

Dopo il verbale con cui l’Agenzia Dogane e Monopoli contesta una violazione, il contribuente ha 60 giorni per presentare le sue osservazioni. Se dopo le osservazioni l’ADM insiste nella sua pretesa allora questa notifica l’Avviso di Accertamento che può essere impugnato.

Ho una controversia contro l’INPS e ritengo di aver diritto ad una prestazione previdenziale, come faccio per ottenere il pagamento?

A volte siamo debitori dell’INPS, altre volte siamo creditori perchè abbiamo diritto a prestazioni previdenziali o assistenziali. Se hai diritto a dei contributi figurativi leggi il nostro post

Se invece hai diritto a prestazioni previdenziali per pensioni dei dipendenti pubblici, in alcuni casi dovrai rivolgerti alla Corte dei Conti,e ne parliamo qui.

Se ti devi rivolgere alla Corte dei Conti non solo ti serve un avvocato con competenza in materia tributaria, ma anche un avvocato cassazionista.

La doppia imposizione sulla pensione INPS per i residenti all’estero
Il residente all’estero spesso riscontra problemi di doppia imposizione con l’INPS.
Molti difatti programmano il trasferimento all’estero, in paesi con trattati sulla doppia imposizione, allo scopo di percepire la pensione lorda e poi eventualmente assoggettarla al fisco del paese di residenza.
In questi casi, dove esiste un trattato (Convenzione) contro la doppia imposizione, sarò necessario compilare la modulistica messa a disposizione dall’INPS tramite il sito dell’Istituto.
Se l’INPS non provvede al pagamento del trattamento previdenziale lordo, sarà possibile fare causa dinnanzi il Tribunale Ordinario per ottenere anche gli arretrati degli ultimi 10 anni sui quali è stata applicata erroneamente la ritenuta.
Esistono convenzioni con numerosi paesi stranieri, nell’unione europea ed all’estero come ad esempio, tra le tante, con l’Argentina.
Come risolvere le liti tributarie relative le cartelle esattoriali del 2020 – 2021

Come noto a seguito dell’emergenza Covid19 le cartelle esattoriali che avrebbero dovuto essere notificate nel 2020 sono state rinviate.
Se hai ricevuto una cartella esattoriale relativa un debito del 2020 o del 2021, leggi qui
Le altre cartelle esattoriali, ricevute precedentemente al 2020, vedono una proroga dei termini di prescrizione legata all’emergenza Covid19, durante la quale Equitalia non ha potuto porre in essere attività di riscossione.

Potresti avere bisogno di un avvocato tributarista a Roma.

Ho fatto un estratto di ruolo e ho scoperto di avere un debito per tasse non pagate, cosa devo fare?

Se hai richiesto un estratto di ruolo tramite il tuo pin Inps oppure attraverso lo Spid, o ancora ti sei recato ad uno sportello dell’Agenzia Entrate Riscossione e hai scoperto di dovere delle somme al fisco, attenzione perchè in alcuni casi limitati hai la possibilità di impugnare l’estratto di ruolo con l’atto impositivo sottostante. 

Posso impugnare l’estratto di ruolo?

L’estratto di ruolo non è più impugnabile a partire dal 2021 salvo che, per effetto delle cartelle ritenute invalidamente notificate, il contribuente abbia problemi derivanti da:

1. la disciplina dei contratti pubblici, che in realtà prende il posto del precedente riferimento alle sole procedure di appalto;

2. la corretta elaborazione ed esecuzione di una delle procedure di composizione della crisi d’impresa;

3. della riscossione di somme da parte degli enti pubblici, anche a prescindere dalle segnalazioni qualificate di cui all’articolo 48-bis, Dpr 602/1973;

4. della concessione di finanziamenti da parte dei soggetti autorizzati;

5. della responsabilità dell’acquirente d’azienda, di cui all’articolo 14, Dlgs 472/1997;

6. Infine quando vi sia la perdita di un beneficio nei rapporti con la PA, formulazione generica che apre alcuni spiragli in caso di compensazioni, problemi con appalti, vincolo ai sensi dell’art. 48 ecc ecc.

In conseguenza della previsione dell’impossibilità di impugnare l’estratto di ruolo, per contestare le cartelle invalidamente notificate occorrerà attendere la notifica di un atto esecutivo da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione, come la notifica di una intimazione di pagamento, di un pignoramento, di un preavviso di fermo amministrativo o di iscrizione di ipoteca.
Come vendere un bene ipotecato dall’Agenzia delle Entrate?

Gli immobili possono sempre essere ipotecati dall’Agenzia delle Entrate (ex Equitalia) o in alcuni casi possono essere pignorati.

Il pignoramento immobiliare Equitalia è possibile sono per le case diverse dalla prima casa del debitore.

Il contribuente che abbia subito l’ipoteca o il pignoramento dell’immobile da parte di Equitalia può comunque vendere a terzi lasciando l’ipoteca (se il compratore è disponibile), o ottenere dall’Agenzia delle Entrate l’autorizzazione a vendere ai sensi dell’art. 52 del DPR 602/1973.

L’art. 52 prevede che il debitore che voglia vendere debba sottoporre all’Agenzia l’offerta di un terzo, per un importo determinato secondo criteri di legge.

Equitalia autorizza la vendita, partecipa all’atto notarile e riscuote tutto il ricavato della vendita, per poi consegnare al debitore somme eventualmente di sua spettanza entro 10 giorni (se il debito era inferiore al ricavato).

Casa in comunione con ipoteca o pignoramento a carico di un comproprietario?

Capita che il pignoramento colpisca la quota di uno dei comproprietari di un immobile, e che al momento della vendita ci siano difficoltà.

Il comproprietario ha sempre diritto a chiedere lo scioglimento della comunione, ma per la vendita a terzi occorre seguire la procedura indicata sopra.

Problemi ci possono essere se il valore dell’immobile determinato da Equitalia non sia congruo rispetto al valore di mercato.

La divisione può essere richiesta anche davanti il giudice del pignoramento esattoriale.

Come presentare domanda di autotutela contro un atto dell’Agenzia delle Entrate?

Gli atti dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia o di AequaRoma spesso fanno riferimento alla possibilità di domandare l’annullamento dell’atto in autotutela.

La domanda di annullamento in autotutela pare spesso una buona soluzione al contribuente, in quanto si può presentare senza spese e senza l’assistenza di un avvocato tributarista.

Quello che le cartelle non dicono è che se poi l’Ente risponde negativamente e quindi rigetta la domanda di autotutela, si può aver perso l’unica possibilità di contestare la pretesa del fisco.

E difatti la domanda di autotutela non sospende il termine per impugnare l’atto, che resta di 40 o 60 giorni a seconda dei casi, se si tratta di causa in Tribunale o in Commissione Tributaria. 

Domanda di definizione agevolata e rottamazione: le spese legali vanno compensate

In caso di rottamazione o definizione agevolata delle controversie tributaria con una causa in corso, le spese legali vanno compensate tra le parti.

Compensazione delle spese legali significa che il contribuente paga solo il suo avvocato e non quello dell’Agenzia Riscossione o dell’INPS.

In questo senso costante giurisprudenza ed in particolare:

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 marzo 2019, n. 7107 secondo cui “deve dunque dichiararsi, ex art. 391 cod. proc. civ., estinto il presente giudizio, nel quale il contribuente è ricorrente (cfr., più di recente, Cass. sez. 6-5, ord. 3 ottobre 2018, n. 24083), con compensazione integrale tra le parti delle spese del giudizio di legittimità, non trovando applicazione nella fattispecie in esame la regola generale di cui all’art. 391, comma 2, cod. proc. civ., poiché la condanna alle spese del contribuente contrasterebbe con la ratio della definizione agevolata (cfr. Cass. sez. 5, 27 aprile 2018, n. 10198; Cass. sez. lav. ord. 7 novembre 2018, n. 28311)”.

CORTE DI CASSAZIONE – ordinanza 24 gennaio 2019, n. 1978 secondo cui: “Se il processo è dichiarato estinto per adesione alla rottamazione dei ruoli ex art. 6 del D.L. n. 193/2016, la compensazione delle spese di lite è automatica … la condanna del contribuente alle spese di lite rappresenterebbe un controsenso rispetto alla ratio e alla finalità stessa della definizione agevolata e, sul piano pratico, finirebbe per imporre un maggior onere per la definizione rispetto a quanto stabilito dalla legge”.

Per saperne si più su rottamazione e definizione agevolata leggi il nostro post.

Cerco un avvocato specializzato contro Equitalia a Roma, dove lo trovo?

Ci sono molti avvocati che si occupano di liti previdenziali o tributarie, ma è opportuno rivolgersi ad uno specialista della materia. 

Se non conosci nessuno di tua fiducia per occuparsi della tua controversia sentiti libero di contattarci per spiegare la tua problematica.

Di cosa si occupa un avvocato tributarista a Roma?

Un avvocato tributarista si occupa di diritto tributario, fiscale e previdenziale.

Un avvocato esperto in diritto tributario quindi affronta tutte le fasi del rapporto tra impresa e fisco o enti previdenziali, consigliando il cliente ed eventualmente assistendolo in sede di accertamento o riscossione.

Un parte importante del lavoro di un avvocato tributarista consiste nell’assistenza e difesa dei clienti dinnanzi le Commissioni Tributarie Provinciali, Regionali e presso la Corte di Cassazione con riferimento ad ogni lite con l’Agenzia delle Entrate, con l’INPS e con gli altri enti impositori.

Come trovare un avvocato tributarista a Roma?

Per trovare un avvocato tributarista a Roma puoi rivolgerti al tuo commercialista, domandare ad un amico con il passaparola, oppure cercare su internet un avvocato che si sia occupato di diritto tributario. 

Se cercando su internet sei capitato su una pagina che parla del tuo caso, come questa. è perchè come avvocati ci siamo occupati di casi come il tuo.

Quali sono le controversie più frequenti tra i cittadini e l’Agenzia delle Entrate?

Se vuoi dare un’occhiata alle controversie più frequenti in materia di contenzioso tributario, leggi il nostro post.

Le controversie più frequenti tra contribuenti e Agenzia delle Entrate sono quelle relative gli accertamenti, le cartelle esattoriali, le intimazioni di pagamento, i preavvisi di fermo amministrativo, le iscrizioni ipotecarie ed i pignoramenti.

Alcune controversie sono del tutto particolari, come ad esempio nel caso di chi si trovi debitore del fisco in conseguenza dell’omessa trascrizione al PRA di una atto di vendita di un autoveicolo (L’agenzia delle entrate continuerà a rincorrerci a vita le multe non pagate dal nuovo proprietario: ne parliamo qui).

Quanto costa impugnare le cartelle esattoriali

Se ti domandi quanto costa impugnare le cartelle esattoriali, qui troverai alcune piccole informazioni per orientarti.

Un Avvocato per cartelle esattoriali ti chiederà sicuramente un compenso per seguire queste pratiche, e questo compenso dipenderà da diversi fattori:

  1. qual’è il valore delle tue cartelle esattoriali?
  2. la tua cartella esattoriale va impugnata in Tribunale o in Commissione Tributaria?
  3. la tua cartella va impugnata al Giudice di Pace?
  4. quanto è complessa la questione sottostante la tua cartella esattoriale?
  5. quali sono le probabilità di vittoria nella tua causa contro Equitalia?

A seconda della risposta da dare alle domande indicate sopra, il costo per impugnare le cartelle esattoriali può andare da poche centinaia di euro ad alcune migliaia di euro.

Un avvocato preciso e onesto ti sottoporrà un preventivo chiaro di quelli che sono i costi per spese vive e per suoi compensi a cui andai incontro nella tua pratica contro Equitalia.

 Quanto costa fare causa all’Agenzia delle Entrate Riscossione con un avvocato che si occupi di diritto tributario?

L’avvocato tributarista che sceglierai di incaricare dovrà sottoporti un preventivo per indicare i costi della tua lite contro Equitalia, e il costo dipende da diversi fattori, quali il valore della controversia, la difficoltà della stessa, la necessità di rivolgersi alla Commissione Tributaria o al Tribunale. 

A volte il valore della causa non giustifica i costi dell’impugnazione, in quanto tra spese vive e compensi dell’avvocato tributarista l’eventuale vantaggio dell’accoglimento del ricorso sarebbe inferiore ai costi da sostenere.

Qual’è la parcella dell’avvocato per la causa contro l’INPS?

Se ti domandi quale sia la parcella dell’avvocato per la causa contro l’INPS, la risposta dipende dalla natura della tua controversia, dal valore della lite e dalle fasi necessarie dinnanzi il Tribunale o la Corte d’Appello.

In alcuni casi potresti rientrare nel patrocinio a spese dello Stato, in altri casi il compenso dell’avvocato per la causa contro l’INPS potrebbe variare da 1000 a 5000 euro..

Se anche tu hai una controversia in corso l’INPS, con l’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia), con l’Agenzie delle Entrate, l’INAIL o con uno dei soggetti di cui abbiamo parlato in questo articolo, sentiti libero di contattarci tramite email, whatsapp o telefono per valutare insieme come possiamo aiutarti. 

19 commenti su “Le liti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e con l’INPS”

  1. Avvocato esiste un modo per ottenere la prescrizione di un debito fiscale senza fare causa? Ho timore dei costi della procedura e non so da dove cominciare per ripulire la mia situazione, che è piuttosto incasinata da anni per colpa sicuramente mia ma anche del mio vecchio commercialista.

  2. ho scoperto una ipoteca di equitalia sulla mia casa di abitazione, ma non ho mai ricevuto atti dell’agenzia entrate. Ho cambiato più volte residenza e quindi potrei avere perso qualche raccomandata. come posso procedere per evitare il pignoramento da parte dell’agenzia delle entrate?

    1. Avv. Marcello Padovani

      salve, occorrerà verificare innanzi tutto le notifiche in suo favore e gli enti creditori delle varie voci affidate all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Una volta appurato l’ammontare del debito e la sua natura sarà possibile valutare il da farsi. Per quanto riguarda la sua richiesta relativa il pignoramento, tenga presente che la prima casa di abitazione può essere ipotecata ma non pignorata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione: resta il vincolo ma non c’è pericolo di vendita all’asta oggi. Se servono chiarimenti o vuole valutare il da farsi ci contatti per email o whatsapp.

  3. Cerco un avvocato che mi assista in commissione tributaria a Roma. Mi può assistere per delle cartelle equitalia relative gli anni 2006-2015? Sono prescritte? Grazie

    1. Avv. Marcello Padovani

      Salve, ci occupiamo di assistere i contribuenti dinnanzi le Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali a Roma, come in ogni altra sede giudicale. Delle cartelle esattoriali relative quegli anni possono essere impugnate insieme con l’atto che lei oggi riceve, ma per dire con certezza se le stesse cartelle sono prescritte occorrerà verificare se tra il 2006-2015 ed oggi ci sono stati atti interruttivi della prescrizione (come notifiche di intimazioni di pagamento o precetti) tali da far ripartire il corso della prescrizione quinquennale. In ogni si senta libero di contattarci tramite email, telefono o whatsapp, accedendo al sito tramite smartphone.

      1. Salve, ho debiti con l’agenzia entrate riscossione per circa 50 mila euro ma si tratta di importi che mi sembrano prescritti, trattandosi di INPS IRPEF e Iva . Il vostro studio legale assiste i contribuenti per i vari ricorsi da fare a ROMA?

  4. Cerco studio legale a Roma per cartelle esattoriali dell’agenzia entrate di Roma. Ho avuto dei ritardi nei pagamenti delle rateizzazioni e rottamazioni, e comunque non hanno registrato parte dei miei pagamenti. Ho anche dei nuovi accertamenti da sottoporre ad un avvocato tributarista a Roma. Come vi posso contattare?

    1. Avv. Marcello Padovani

      Salve, ci descriva il suo problema ed indichi il suo numero di telefono, le faremo sapere se la possiamo aiutare e come.

    2. Avv. Marcello Padovani

      Salve, abbiamo cercato di contattarla. Qualora abbia delle richieste ci scriva una email indicando anche il suo numero di telefono, sarà nostra cura farle sapere se la possiamo aiutare e come. Cordiali saluti

  5. la commissione tributaria mia ha detto ragione, sia in primo grado che in appello, per il ricorso al diniego di rimborso IRPEF 65.000 euro del 2018, gli uffici legali AdE la scorsa settimana, ha deciso di prestare acquiescenza alla sentenza della CTR, e di non proporre ricorso per Cassazione. Adesso AdE non mi vuole pagare perchè ci sarebbero delle cartelle a ruolo di tanti anni, mai comunicate, non dovute e non notificate. Un sola notificata ho subito fatto ricorso, il giudice ha già fissata l’udienza per la discussione. Domande 1) AdE può compensare il mio credito con le cartelle non comunicate e non notificate? 2) se non può compensare, come faccio a farmi pagare IRPEF del 2018, la commissione tributaria ha disposto il pagamento della somma dovuta oltre le spese legali dei due procedimenti? vi ringrazio Antonello B.

    1. Avv. Marcello Padovani

      salve, la procedura di compensazione dei crediti a rimborso con i debiti iscritti a ruolo è ammessa nei limiti previsti dalla legge.
      Se le cartelle opposte in compensazione non sono state notificate, potrebbe ricorrere una ipotesi di impugnazione di queste.
      Se interessato ad approfondire ci invii tramite email la documentazione relativa il suo caso.
      Cordiali saluti

      1. Buongiorno..assunto il 09/2021 a tempo determinato lasciando il tfr in ditta..passato a tempo indeterminato il 02/2022.. a marzo faccio richiesta di trasferire il tfr sul fondo previdenza con adesione scritta.. tuttora 5/2023 non e’ stato accreditato nessun importo nonostante sul cedolino paga viene detratto nelle trattenute.. volevo chiedere.. ogni quanto viene versato il tfr sul fondo?? Ogni 3 /6/9/12 mesi?? O può scegliere il titolare quando..??(nella ditta precedente veniva versato ogni 3 mesi) Una volta aderito al trasferimento tfr, nel cedolino paga successivo mi ritrovo nelle trattenute con dicitura fondo prev. il tfr di tutti i mesi precedenti assunto a tempo determinato. Indi vuol dire che anch’essi sono trasferiti sul fondo e non più in ditta?? Come posso fare o dove devo andare per ripristinare la situazione?? Grazie.

        1. Avv. Marcello Padovani

          Salve,
          in queste situazioni occorre verificare l’effettiva situazione interpellando il fondo previdenziale. In caso non risultino effettivamente i versamenti occorre segnalare la situazione al datore di lavoro per verificare da cosa derivi il problema, senza dare per scontato che ci sia una mala fede di questo nell’omettere i versamenti. In caso la situazione permanga nonostante i solleciti sono possibili molteplici azioni giudiziarie per tutelare il proprio diritto al versamento delle somme.

  6. Sono lavoratrice dello spettacolo ex enpals con partita iva e inscritto alla gestione separata . Per un compenso ripartito 60% scrittura e 40%diritto d’autore , devo versare dei contributi per gestione separata sulla fattura del diritto d’autore ? Grazie

    1. Avv. Marcello Padovani

      Salve, per consulenze di tipo fiscale si deve rivolgere al suo commercialista. Se invece ha ricevuto un avviso di accertamento o di addebito per tali importi, la invitiamo ad inviarci copia per le valutazioni in merito all’impugnazione dell’atto.
      Cordiali saluti

    1. Avv. Marcello Padovani

      salve,
      vista la sua richiesta la invitiamo a contattarci tramite email inviando la documentazione che documenta l’esistenza del debito e gli atti giudiziari che le sono stati notificati dall’Agenzia Entrate Riscossione, specificando la data in cui ha ricevuto la notifica.
      Cordiali saluti

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