Il lavoro nero (o meglio il lavoro irregolare)
Sei ha collaborato in modo irregolare con qualcuno, hai diritto ad ottenere un risarcimento commisurato a tutto quanto ti è stato negato rispetto ad un lavoratore regolarmente assunto.
Sei ha collaborato in modo irregolare con qualcuno, hai diritto ad ottenere un risarcimento commisurato a tutto quanto ti è stato negato rispetto ad un lavoratore regolarmente assunto.
Tra le varie, si ricorda che il lavoratore in nero ha diritto a:
- differenze retributive, prendendo a riferimento il contratto collettivo di categoria (es. lavoratori domestici, edilizia, commercio, hotel, ristoranti e altri settori regolamentati);
- ricostituzione della posizione previdenziale, anche presso l’INPS;
- ferie non godute;
- tredicesima,
- eventuale quattordicesima;
- straordinari diurni e/o notturni;
- lavoro festivo;
- Trattamento di fine rapporto, da calcolare a volte anche sul lavoro straordinario.
Non necessariamente sarà necessario intraprendere una causa di lavoro, essendo sempre possibile un accordo transattivo tra lavoratore e datore di lavoro.
Quando si parla di vertenza di lavoro, non per forza di parla di causa di lavoro, potendosi anche fare riferimento ad una vertenza sindacale o ad una conciliazione.
Attenzione se durante il lavoro irregolare hai pensato di chiedere il reddito di cittadinanza, ci sono conseguenze penali, come ti spiega al link l’avv. Giuseppe Pappa.
La vertenza di lavoro a Roma
In caso di rapporto di lavoro svolto a Roma la tua vertenza potrà essere gestita con un studio legale preferibilmente sito a Roma.
Per vertenza si intende una controversia, che in alcuni casì sarà solo stragiudiziale con magari una soluzione in sede sindacale.
In altri casi la tua vertenza – quando è impossibile raggiungere un accordo con il datore di lavoro – diventerà giudiziale e quindi sarà necessario rivolgersi al Tribunale di Roma.
Consulenza per vertenza a Roma
In caso di vertenza di lavoro a Roma dovresti cercare uno studio specializzato nella gestione di vertenze di lavoro a Roma, offrendo consulenza e assistenza legale a lavoratori e datori di lavoro.
Grazie alla nostra consolidata esperienza nel diritto del lavoro, siamo in grado di affrontare efficacemente controversie relative a licenziamenti, differenze retributive, mobbing, demansionamento e altri aspetti critici del rapporto di lavoro.
Il nostro approccio personalizzato garantisce un’analisi approfondita di ogni caso, con l’obiettivo di trovare soluzioni rapide ed efficaci, tutelando i diritti dei nostri clienti e favorendo un ambiente di lavoro equo e conforme alla normativa vigente. Siamo orgogliosi di essere un punto di riferimento per chi cerca giustizia e supporto legale a Roma.
Il danno da demansionamento del lavoratore
C’è demansionamento quanto il lavoratore viene assegnato a mansioni inferiori a quelle per cui è stato assunto.
Ci può essere demansionamento anche quanto il lavoratore, prima incaricato di funzioni più “elevate” viene retrocesso a compiti di minor valore (o viene destinato all’inattività).
Il demansionamento comporta il diritto del lavoratore al risarcimento del danno, che deve tuttavia essere provato dal lavoratore.
Quali motivi giustificano il risarcimento del lavoratore demansionato?
- la perdita di possibilità di guadagno;
- l’erosione delle prospettive di carriera in conseguenza del demansionamento, o perdita di chance;
- la perdita delle capacità ed il suo impoverimento intellettuale;
- la lesione della dignità professionale;
- il danno non patrimoniale per la lesione alla vita di relazione extraprofessionale ma anche professionale (per la conoscibilità all’esterno dell’azienda della perdita di funzioni, e quindi per la maggiore difficoltà di inserirsi altrove nel ruolo).
Si ricorda che il risarcimento del danno non è mai automatico, ovvero non è conseguenza diretta dell’inadempimento del datore di lavoro, bensì il danno deve essere provato dal lavoratore in corso di causa.
Quali sono i principali doveri del datore di lavoro?
Il datore di lavoro deve pagare la retribuzione, rispettare leggi e regolamenti, tutelare la salute e rispettare la dignità del lavoratore, tra le tante.
Occorre altresì pagare la previdenza ed assistenza obbligatorie.
I doveri sono di tipo attivo, nel senso che tutelare la sicurezza ed evitare infortuni significa anche dare la formazione necessaria al lavoratore, informarlo dei rischi potenziali del luogo di lavoro, mantenere gli impianti di sicurezza e sorveglianza, predisporre la documentazione richiesta dalla legge per la valutazione e la prevenzione dei rischi.
Le rinunce del lavoratore in corso di rapporto
La legge vuole che il lavoratore sia considerato soggetto meritevole di una particolare tutela, in quando parte debole del rapporto. In applicazione di questo principio il lavoratore o la lavoratrice non possono rinunciare ai propri diritti se non attraverso conciliazioni sindacali o giudiziali.
La rinuncia del lavoratore al di fuori di queste sedi protette comporta l’impugnabilità delle rinuncie da parte del lavoratore.
Le vertenze contro Ambasciate e Consolati a Roma o Milano
Se sei dipendente di una ambasciata o di un consolato straniero in Italia, allora il tuo datore di lavoro è un soggetto straniero.
Ciò comporta diverse conseguenze in merito alle modalità in cui potrai difenderti: ne parliamo meglio qui.
I privilegi dei lavoratori in sede Fallimentare
In caso di fallimento dei datori di lavoro, i lavoratori godono di particolari preferenze da parte della legge fallimentare nel soddisfarsi sul fallimento.
Per alcune voci come TFR e ultime mensilità non pagate, dove il lavoratore non ottenga soddisfazione in sede fallimentare può domandare gli importi al Fondo apposito dell’INPS.
Non tutti i lavoratori godono di questi privilegi, ad esempio come nel caso degli amministratori dipendenti.
I problemi disciplinari sul luogo di lavoro
Di fronte all’esercizio del potere disciplinare da parte del datore di lavoro, con l’invio di una contestazione disciplinare al lavoratore, c’è sempre possibilità di difesa e poi di impugnazione della sanzione dinnanzi il Tribunale. Ne parliamo ampiamente qui.
La sanzione potrebbe essere invalida se non vi è stata esposizione o affissione del codice disciplinare sul luogo di lavoro.
Le vertenze di lavoro nero
Quando il lavoro è stato del tutto irregolare, c’è diritto del lavoratore all’assunzione ed a tutte le voci che non sono state erogate con buste paga e contributi.
Se devi intraprendere una vertenza per lavoro nero, occorre rivolgerti ad un avvocato che si occupi di diritto del lavoro o ad un sindacato.
La prova della subordinazione del lavoratore
Spesso le controversie di lavoro hanno ad oggetto le questioni relative la natura subordinata o meno del lavoratore.
Ma come si decide se c’è la subordinazione o meno?
L’ordinanza 1095/2023 della Corte di Cassazione suggerisce che, per stabilire l’effettiva esistenza di un rapporto di lavoro dipendente, possiamo affidarci a diversi altri elementi quando la presenza di poteri direttivi, disciplinari e di controllo non sono facilmente riconoscibili.
Nonostante siano di natura indiziaria, aspetti come la regolarità del lavoro del dipendente, l’osservanza di un orario prestabilito e la retribuzione periodica sono elementi da considerare.
Tuttavia, la Corte sottolinea che questi sono indizi che possono costituire la base per una prova indiretta, ma non sono decisivi per la definizione legale del rapporto di lavoro e devono essere valutati in una prospettiva olistica e complessiva.
La sicurezza sul lavoro come dovere del datore di lavoro
Il tema della sicurezza sul lavoro e della salute sul luogo di lavoro in Italia è disciplinato in primis dal DLgs. 81/08 anche detto Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, a cui si affiancato diverse normative specifiche in funzione delle specifiche attività lavorative svolte.
La legge prevede le regole e le misure di prevenzione da adottare per rendere più sicuri i luoghi di lavoro con l’obiettivo di evitare o comunque ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori a rischi di infortunio, incidente o malattia.
La sicurezza sul lavoro è a carico del datore di lavoro, dipendenti o collaboratori che devono comunque adottare un comportamento consono alla struttura in cui si trovano o alla mansione loro affidata.
Se anche tu sei incorso in un infortunio sul lavoro o comunque ti sei ammalato sul luogo di lavoro, oltre alla malattia coperta dall’INAIL potresti avere diritto ad un risarcimento del danno da parte del datore di lavoro (e sicuramente devi essere risarcito dal datore di lavoro se eri “in nero”).
La tutela in sede penale per il lavoro irregolare
L’inadempimento da parte del datore di lavoro negli obblighi di sicurezza comporta conseguenze civili e penali.
Per ogni aspetto penale invieremo i tuoi dubbi allo Studio Penale Scialla, nostro riferimento in materia.
In molti casi la natura della controversia e la difficoltà di provare la responsabilità della controparte può suggerire di agire in via penale, allo scopo di ottenere accertamenti che solo un Pubblico Ministero può svolgere: in questi casi risulta preferibile rivolgersi ad un avvocato penalista (se sei a Torino e cerchi uno studio legale che si occupi di diritto penale dai un’occhiata al sito dell’avv. Gabriele Pezzano).
Quanto costa un avvocato per una causa di lavoro?
Un avvocato per una causa di lavoro ha un costo che varia a seconda dell’attività richiesta e del valore della causa.
Ci sono avvocati che non chiedono acconti o anticipi, e così facendo sviliscono il lavoro proprio e dei propri collegi nonché compiono anche un illecito disciplinare.
Il costo di un avvocato deve tenere conto del fatto che:
- la lite si definisca dopo l’invio di lettera di diffida e messa in mora al datore di lavoro;
- che sia necessario avviare la causa e che questa di definisca in prima udienza dinnanzi il Giudice del Lavoro;
- che sia necessario seguire tutta la causa dinnanzi il Tribunale;
- che sia necessario andare in Corte d’Appello e magari in Cassazione.
Attenzione, spesso il costo dell’avvocato resta a carico della controparte, nel caso in cui si vinca la causa l’altra parte dovrà rimborsare le spese legali.
L’infarto è un infortunio sul lavoro?
Capita che l’infarto colpisca il lavoratore intento a svolgere le attività lavorative, magari intense fisicamente, il situazioni non ottimali, o con sforzi richiesti in momenti critici (si pensi al lavoro in ambienti caldi, nell’edilizia in situazioni precarie, ecc).
Ebbene in queste situazioni l’infarto può configurare infortunio sul lavoro con il conseguente diritto al risarcimento, anche per l’evento morte ed in favore dei familiari.
In questo senso la più recente giurisprudenza secondo cui alla nozione di infortunio in itinere vanno ricondotti tutti gli eventi determinati da rischi a cui è sottoposta la genericità dei viaggiatori e, inoltre, avesse errato nel non considerare infortunio sul lavoro l’infarto di un lavoratore non addetto a mansioni comportanti sforzo fisico in quanto asseritamente non provocato da una “causa violenta”, come richiesto dalla definizione di infortunio contenuta all’art. 2, comma 1 del D.P.R. 1124/1965.
Peraltro secondo la Corte di Cassazione con sentenza n. 13982 del 2000:
“in caso di infarto, il carattere violento della causa va individuato nella natura stessa dell’infarto, dove si ha una rottura dell’equilibrio dell’organismo del lavoratore concentrata in una minima frazione temporale”
Ho un problema di lavoro, come posso fare per ottenere il riconoscimento dei miei diritti?
Il primo passo per ottenere il riconoscimento dei propri diritti è rappresentato dal recarsi presso un avvocato con competenza in materia o un sindacato.
L’avvocato indicherà innanzi tutto i termini entro i quali azionare i propri diritti, consapevole delle decadenze e prescrizioni nelle quali si incorre in caso di inazione.
Una volta consapevoli dei termini per agire, l’avvocato suggerirà lo svolgimento di un conteggio a cura di un commercialista o consulente del lavoro, diretto ad identificare con precisione quelle che sono le somme dovute dal datore di lavoro al lavoratore.
Si invierà una diffida e messa in mora tramite lettera raccomandata o pec, e successivamente, in caso di mancato accordo con il datore di lavoro si avvierà una causa dinnanzi al Tribunale civile in funzione di Giudice del Lavoro.
La causa di lavoro ha alcune particolarità: è più breve di una causa civile e spesso può trovare soluzione in prima udienza.
Nel caso in cui il reddito familiare sia al di sotto di determinate soglie previste dalla legge è possibile utilizzare il gratuito patrocinio o ottenere solo l’esenzione dal pagamento delle spese di giustizia.
HO LAVORATO PER 7 ANNI COME COMMESSA E CASSIERA. MAI MESSA IN REGOLA E MAI RICEVUTO FERIE CASSA TREDICESIMA QUATTORDICESIMA, COME POSSO PROCEDERE PER RECUPERARE IL DOVUTO?
Gentile signora, in caso di lavoro irregolare lei ha sicuramente diritto a ricevere un risarcimento parametrato a quanto il datore di lavoro avrebbe dovuto pagare o garantire ai sensi del Contratto Collettivo di lavoro per la sua categoria. L’importo dovuto potrà essere quantificato con l’ausilio di un consulente del lavoro.