Hai un problema previdenziale contro l’INPS o contro la tua Cassa di previdenza privata?
Se hai lavorato in regime di part time ciclico e vuoi aumentare gli anni di contribuzione, leggi qui.
Se l’INPS o l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) ti ha notificato un atto che contiene delle pretese, come un avviso di addebito o una cartella esattoriale, leggi qui, il tuo debito potrebbe essere prescritto o potrebbe contenere altri vizi .
Cosa sono i contributi figurativi INPS?
I contributi figurativi sono quei contributi che sono accreditati senza costi per il lavoratore, nei periodi durante i quali:
- non ha lavorato né come dipendente né come autonomo;
- ha percepito un’indennità a carico dell’Inps;
- ha ricevuto una retribuzione in misura ridotta.
A volte questi contributi figurativi sono accreditati d’ufficio da parte dell’INPS (come nel caso della cassa integrazione straordinaria) in altri casi sono accreditati su domanda.
I contributi virtuali per il part-time nell’edilizia
Oggetto di liti, con accertamenti e avvisi di addebito a carico degli imprenditori nell’edilizia sono i contributi virtuali dovuti per il lavoro part-time.
L’INPS afferma che l’art. 29 del d.l. 244/1995, convertito in Legge 341/1995 e del d.lgs 61/2000 si applicherebbero insieme all’art. 78 del CCNL Edilizia.
Le norme sopra richiamate NON affermano che vi è un limite del 30% al lavoro part-time, in quanto tale limite vi sarebbe sono nel CCNL edilizia, ed in particolare nell’art. 78.
Ma l’applicazione di un onere contributivo (oltre che delle relative sanzioni conseguenti alla sua violazione) non può discendere da un provvedimento che non ha forza di legge (come in questo caso addirittura il CCNL).
Ciò anche alla luce dello Statuto del contribuente L. 212/2000.
Vale la pena segnalare che la Corte di Cassazione ha affermato che i contributi virtuali si applicano come se tutti i lavoratori siano assunti a tempo pieno, e non in part-time.
Come vanno calcolati i contributi i caso di attività politica o sindacali?
Se invece sei stato chiamato a svolgere attività politiche o sindacali ci possono essere dubbi su come debbano essere calcolati i tuoi contributi (figurativi).
Si segnala una recente sentenza della Corte di Cassazione, ovvero Cass. civ. Sez. lavoro, 06/04/2020, n. 7698 secondo cui:
“In relazione ai lavoratori chiamati a funzioni pubbliche elettive od a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali, durante l’aspettativa, le retribuzioni da accreditare figurativamente sono commisurate a quelle della categoria e della qualifica professionale posseduta dal lavoratore all’atto del collocamento in aspettativa.
Le stesse vanno adeguate in relazione alla dinamica salariale e di carriera della stessa categoria e qualifica, quale prevista dai contratti collettivi di lavoro.
Gli emolumenti e gli incrementi retributivi da accreditare inoltre sono unicamente quelli collegati dalla suddetta contrattazione collettiva alla qualifica e alla maturazione dell’anzianità di servizio.
Restano, pertanto, esclusi eventuali istituti retributivi non previsti dal contratto collettivo di lavoro, così come anche gli istituti retributivi collegati all’effettiva prestazione dell’attività lavorativa“.
Stralcio dei contributi INPS 2023: come recuperarli
Sappiamo che con la legge di stabilità 2023 sono state annullate automaticamente le cartelle e gli avvisi INPS fino al 2015.
Non tutti hanno festeggiato.
Ma cosa succede se si vogliono pagare queste somme per ottenere la contribuzione indicata nelle stesse?
L’annullamento dei contributi pensionistici ha comportato la cancellazione delle posizioni contributive di commercianti, artigiani, lavoratori autonomi agricoli e professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps.
Chi vuole recuperare questi contributi può presentare una domanda all’Istituto e versare le somme dovute in unica soluzione o in rate mensili, entro il 31 dicembre 2023. In questo modo sarà possibile ricostruire le posizioni contributive stralciate con la cancellazione d’ufficio dei carichi affidati all’agente della Riscossione dal 2000 al 2015 per importi fino a mille euro.
In altre parole, i contribuenti che hanno avuto i loro contributi pensionistici cancellati possono richiedere di farli nuovamente accreditare, pagando una somma in denaro. Questa somma deve essere versata entro il 31 dicembre 2023 e può essere pagata in unica soluzione o in rate mensili. In questo modo, i contribuenti potranno ricostruire le loro posizioni contributive e avere diritto a una pensione più alta.
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